Vestirsi di legno e profumare di albero. Una fantasia un po’ fanciullesca che sa di Libro della Giungla e di saghe nordiche. Romantico, senz’altro, ma un tantino selvaggio, direte voi.
Eppure da qualche anno si può; non solo vestirsi, di legno, ma rivestirci anche auto e mobili. Grazie ad un progetto tutto italiano nato da due teste, quelle di Marcello e di Marta Antonelli, padre e figlia; designer di moda lei, ex dirigente di un’azienda tessile lui, sono riusciti, nel 2011, dopo anni di ricerche, a brevettare un metodo di lavorazione che rende il legno malleabile, morbido e sottilissimo come un tessuto. Un prodotto tanto naturale quanto innovativo ribattezzato Ligneah® che è già al quarto posto nella lista dei materiali impiegati per la produzione tessile e che ha dato il nome al brand sostenibile che, dopo l’ultimo restyling del 2014, è cambiato in Ood.
Una sfida di cervello dunque, partita però dal cuore. L’idea di base era infatti, come racconta Marta, trovare un sostituto ecologico e sostenibile alla pelle, che rispettasse l’ambiente e non sfruttasse gli animali. E stando alla gamma di prodotti e tipologie offerta nello shop online di Ood non ci sono dubbi: ce l’hanno fatta. Selezionati e originali gli accessori, bracciali, portachiavi, borse e pochette caratterizzati da linee essenziali, futuristiche ed eleganti, per i quali si può scegliere tra essenze diverse, che non sono profumi ma tipi di alberi e texture ispirate in tutto e per tutto alle tipologie di pelle animale. Serpente, coccodrillo, pesce. Cui non hanno niente da invidiare. Per fortuna, aggiungerei.
La rivoluzione a quanto pare è solo agli inizi. Ligneah infatti è un marchio brevettato che Marta e Marcello offrono a tutte le aziende di moda e di design interessate a una politica commerciale che sia però anche sostenibile. Le applicazioni sarebbero molteplici: dall’arredamento all’automobile alla pelletteria. Una novità completamente naturale e pure molto efficiente dal punto di vista produttivo. Da un singolo albero, infatti, si ricavano 400 metri quadrati di impiallacciatura, cioè di materiale lavorabile. La pelle di un vitello, tanto per capirci, ne misura circa 3,5. Quella di un coccodrillo 4, di un pitone 2,5.
Numeri impressionanti che però non illustrano il vero vantaggio di una conversione ecologica. “A parer mio– sottolinea Marcello-dire che con un albero si realizzano 400 accessori e che con un coccodrillo se ne realizzano 20, con un vitello 25, con un pitone 10, non ha senso. L’aspetto importante è capire che il consumismo può causare danni e che la discriminante la fa l’impatto ambientale”. Al di là di un’analisi prettamente economica. “Noi– continua Marcello- abbiamo scelto il circolo virtuoso dell’economia circolare, del recupero e dell’impatto zero”.
L’uso delle foreste circolari, gestite cioè in modo sostenibile, obbligatorie da qualche anno per la produzione di legname, assicura la certificazione della materia prima, che viene costantemente rinnovata in modo da non creare squilibri, né ecologici, né di mercato. Grazie ad un accordo con Tree Nation, inoltre, per ogni prodotto venduto da Ood, si pianta un albero in Africa.
L’unico dubbio che rimane è quello sulla lavorazione. L’inghippo potrebbe essere lì: chimica. E invece no. Il procedimento è esclusivamente meccanico. Ve la faccio breve: il legno, attaccato a del cotone, viene rigato in modo fitto e sottile, tanto da creare una serie infinita di minuscoli solchi che lo rendono estremamente duttile. Il processo si conclude con una sorta di bagno in una miscela, ecologica pure questa, ignifuga.
Novella Di Paolo