Se c’è una cosa che si porta tutto l’anno sono le calze; certo, magari non con 40° C ma il calzino con il sandalo, fino a qualche tempo fa espressione di una moda non proprio elegante, è finito per diventare un accostamento chic, perché gli stilisti, che hanno riportato in auge anche il marsupio, vogliono così. Ma trend a parte, anche d’estate, soprattutto se il tempo fa le bizze come in questi giorni di improvvisi acquazzoni e sbalzi di temperatura o per i tipi freddolosi come me, qualche calzino a portata di cassetto fa sempre comodo.
Gorilla Socks è un’azienda italo-americana nata come startup l’anno scorso a New York, che produce una linea di calzini realizzati in una speciale fibra estratta dalla pianta di bambù; il suo fondatore, Gianluca de Stefano, napoletano emigrato nella Grande Mela, ha avuto l’idea di creare questo prodotto innovativo dopo un viaggio in Asia, di cui il bambù – o Bambuseae nome scientifico – è originario. Rientrato a New York, con la collaborazione del suo socio Gavin Kamara e con un investimento iniziale di 15mila euro, ha messo in piedi il business dei calzini sostenibili che si è da subito legato, e il nome del marchio ne è la prova, alla Dian Fossey Gorilla Fund International, fondazione americana che ha sedi anche in Rwanda e Congo e che si occupa della conservazione, protezione e studio dei gorilla di montagna e del loro habitat.
La zoologa Dian Fossey, portata al cinema nel 1988 da Michael Apted nella pellicola ‘Gorilla nella nebbia’, con Sigourney Weaver nella parte della Fossey, dedicò gran parte della propria vita allo studio dei gorilla sulle montagne e nelle foreste del Rwanda, finendo brutalmente assassinata nel 1985 nella sua capanna sui Monti Virunga in circostanze mai davvero chiarite. Secondo la versione più probabile, pare che a uccidere Dian Fossey sarebbero stati i bracconieri, poiché la zoologa rappresentava una grave minaccia per la caccia illegale ai gorilla, dati i suoi numerosi interventi in loro difesa ma ancora oggi anche questa resta purtroppo solo un’ipotesi.
La Fossey ha lasciato una grande eredità che la fondazione porta avanti e, tornando ai calzini, Gorilla Socks dona, per ogni calzino venduto, il 10% per la difesa di questa specie in via d’estinzione.
Coloratissimi e dalle fantasie accattivanti, i calzini sono appunto realizzati in viscosa di bambù che assicura resistenza e perfetta adattabilità a tutte le stagioni dell’anno, svolgendo contemporaneamente una funzione asettica e antibatterica. Il segreto di questa fibra, oltre alla sostenibilità, è la sua capacità di mantenere il calore permettendo però la traspirazione, mentre la componente elastica rende il calzino morbido e adatto a qualsiasi tipo di scarpa.
Prodotti in Cina esclusivamente per la difficile reperibilità della materia prima in Europa, i calzini di Gorilla Socks sono certificati OEKO-TEX®, sistema indipendente di test e certificazione per prodotti tessili. Venduti inizialmente sul mercato americano, i calzini eco-friendly sono sbarcati anche in Italia e sono acquistabili sia sul sito del marchio che su altre piattaforme come Amazon.
“Quello della sostenibilità è un aspetto in cui crediamo molto” dice Andrea Salvia, responsabile per l’Italia di Gorilla Socks “la vera innovazione non è solo sviluppare un prodotto potenzialmente nuovo per un mercato, ma fare in modo che questo generi anche valore sociale. Il nostro prossimo obiettivo è stringere partnership con altre associazioni che si occupano dello stesso scopo, in modo tale da generare un impatto davvero importante sul nostro pianeta”.
Ecco allora che se i calzini con i sandali sono diventati addirittura eleganti, sceglierne un paio 100% eco-friendly, di alto design, a difesa dell’ambiente e di una specie animale a rischio estinzione, può dare all’acquisto un senso che va ben oltre la mera tendenza. E poi, ricordatevi che le calze si portano tutto l’anno! 😉