Rapporto tra donne e moda: bonprix ci dice così

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di Andrea Legranzini

la moda è uno specchio dell’identità. Come marchio di abbigliamento internazionale con un target prevalentemente femminile, volevamo scoprire il significato che ha per le donne di oggi e quali aspettative hanno in merito“, spiega Carolin Klar, Direttore Generale Acquisti, Approvvigionamenti e Responsabilità d’Impresa di bonprix.

Sappiamo che bonprix, gruppo tedesco specializzato nell’e-commerce di abbigliamento con quartier generale situato a Valdengo, nel biellese, è un brand di fast fashion. Ma sappiamo anche che, giunto al 26° anno di attività, sta spingendo sempre più sulla sostenibilità, sia dal punto di vista ambientale sia sociale (a questo proposito vi rimando alla pagina dedicata). Apprezziamo l’impegno e ci auguriamo che tenga fede alle promesse fatte.

Qui vogliamo parlare del ‘bonprix Fashion Report 2023‘, uno studio completo che fa luce sul rapporto delle donne con la moda: è emersa una nuova consapevolezza, che le rende più sicure di sé e con le idee chiare in fatto di stile personale.

Troviamo i risultati riassunti in 4 aree; la prima, ‘Feel: moda, tendenze e guardaroba‘, riguarda la scelta di un guardaroba consapevole, scelto per se stesse. L’85% del campione ritiene, infatti, che i nuovi trend favoriscano un ideale di bellezza troppo standardizzato, al contrario di ciò che desiderano le donne ‘reali’ ovvero uno stile più personale e definito da abiti acquistati perché donanti.

Bonprix Fashion Report 2023

La seconda area è ‘Act: acquisti, budget e ispirazioni‘; auto-gratificarsi è un comportamento d’acquisto molto diffuso e le occasioni di sconto sono ottimi driver, anche se noi potremmo aggiungere che l’acquisto andrebbe sempre fatto in modo responsabile. Il budget dedicato viene destinato ad acquisti in store a sfavore di quelli online, ma se l’e-commerce resta sempre un passo indietro, ciò non riguarda la ricerca di ispirazioni su social e web magazine. 

Terza ma non meno importante è ‘Change: sostenibilità e innovazione‘; destreggiarsi tra capi certificati come sostenibili, sebbene ci sia la volontà di acquistare in modo responsabile, non è sempre possibile, soprattutto quando il costo impatta sul consumatore. Il second-hand, invece, è un’opzione d’acquisto sempre più in crescita.

Infine, ‘Empower: accettazione del proprio corpo‘, quasi tre quarti del campione intervistato si definisce sicuro di sé, con un’ottima accettazione del proprio corpo e la consapevolezza di poter indossare ciò che piace. Il desiderio è quello di avere più abbigliamento per tutte le taglie.

Significativi i risultati di questo studio, soprattutto se ci concentriamo sulla sostenibilità, che è l’aspetto che ci interessa maggiormente: consumatrici consapevoli, sia del proprio corpo che degli acquisti, attente al lato etico ma contemporaneamente un po’ confuse sulle informazioni fornite dai marchi e anche dai prezzi, non propriamente democratici. Bene il second-hand, mentre c’è richiesta di più varietà nelle taglie.

I brand e le aziende prendano nota.

Le immagini sono courtesy bonprix

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