Recap di un settembre etico

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Vi avevo lasciato con un luglio che si dissolveva in fiamme e vi ritrovo con un inizio autunno che fa le bizze, tra piogge torrenziali e caldo anomalo. Ma c’è ancora chi nega il cambiamento climatico, anzi lo censura proprio, come se, non parlandone, si potesse ovviare al problema.

Ma concentrandomi sul rapporto con voi, cari lettori, mi rendo conto che anch’io ho in qualche modo svicolato, in questi due mesi, sottraendomi all’impegno di condividere e diffondere il verbo della moda etica … vada per agosto, tutto fermo, tutto chiuso ma settembre … settembre da molti considerato un nuovo inizio, come gennaio ma per me, invece, mese pieno di incognite, di partenze e ripensamenti, di una confusione che investe tutti gli aspetti della mia vita. Quindi anche il qui presente blog.

Ma voi, tanti o pochi siate, vi meritate ciò che ho promesso fondando eco-à-porter, quindi in extremis, vi dò qualche notizia in formato flash di questo mese di settembre in chiusura, così diluisco i sensi di colpa.

Settembre è stato, per Fashion Revolution, il mese dedicato alla celebrazione del second-hand e all’uso di questa pratica per muovere una critica al sistema della moda mainstream, legato alla sovrapproduzione, al sovraconsumo e agli sprechi.

Sempre più diffuso, soprattutto tra i giovani, il second hand ricorda che, prolungando la vita di abiti già indossati, si può sfidare l’idea di moda usa e getta, evitando al contempo che gli abiti stessi finiscano in discarica o nell’inceneritore.

Immagine courtesy Fashion Revolution

Dal 14 al 17 settembre si è tenuta, presso la fiera Milano-Rho, la Milano Fashion&Jewels. È lì, con la rete di brand etici Sfashion-net, che Nicoletta Fasani ha presentato le sue ultime collezioni, ‘Drama’, l’Autunno Inverno 24/25 e ‘Itagram’, la Primavera Estate 25.

A noi Nicoletta Fasani piace molto, l’abbiamo anche incontrata personalmente nel suo atelier ed è quindi un piacere ricordare che la sua è una moda 100% green, a partire dall’introduzione del passaporto digitale di prodotto (DPP).

Per ‘Drama’, Nicoletta si è affidata, oltre ai fornitori tradizionali, a stockisti dotati di certificazione ReLiveTex ® by Maeba International, “la prima certificazione riconosciuta a livello globale per il recupero di materiali tessili, accessori e filati di abbigliamento”.

Mentre in ‘Itagram’ debutta la capsule di upcycling realizzata con lino bianco inutilizzato ma in buono stato, recuperato attraverso la ‘Raccolta di lino della nonna’, che ha coinvolto le clienti dell’atelier la scorsa primavera. (immagine courtesy Nicoletta Fasani)

Questo è un progetto che ho seguito fin dall’inizio, perché ha rappresentato la prosecuzione di un altro, ‘Upcycling Hero’, cui ho dedicato anche delle live nel mio account Instagram.

‘Upcycling Fashion Week 2024’, ideato da Arianna De Biasi, Raffaella Zurlo e Simone Villa, ha voluto contrapporsi alla classica settimana della moda milanese, proponendo outfit upcycled realizzati sia da creativi professionisti che da persone comuni, il tutto con l’aiuto di tutor esperti.

Una bella sfida e insieme la celebrazione di una pratica, quella dell’upcycling, che ha mille sfaccettature e approcci e che può rappresentare una valida alternativa alla moda usa e getta.

Il progetto è culminato nello show digitale del 23 settembre scorso, che potete rivedere a questo link

Un gruppo di 50 giovani provenienti da nove paesi europei uniti per promuovere in tutta Europa gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) hanno lanciato una petizione per proibire la pubblicità del fast fashion in Unione Europea.

I ragazzi coinvolti chiedono inoltre l’approvazione della ‘Direttiva sulle dichiarazioni ecologiche’, che obbligherebbe i brand a far convalidare da un ente terzo indipendente le proprie dichiarazioni ambientali.

Inoltre sollecitano la definizione di fast fashion attraverso regolamenti che limitino i marchi a quattro collezioni all’anno e a un massimo di tre modelli per collezione.

Trovate la petizione a questo link, io ho firmato. E voi? (l’immagine è courtesy Fashion Revolution).

Direi che per settembre è tutto. Spero di fare meglio ad ottobre.

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