Chiedo venia ai miei lettori per queste due settimane di silenzio, è che col periodo di sfilate e altri sopraggiunti impegni, non sono proprio riuscita a garantire la mia solita presenza, ad ogni modo vi ho pensato e ora ve lo dimostro anche.

Tengo talmente tanto a questo blog e ai contenuti che preparo per voi, miei fedelissimi, che per l’intervista di questo mese ho voluto farvi una sorpresa portandovi Gaia Segattini, la creatrice di ‘Vendetta Uncinetta‘ e di tante altre belle cose connesse con il fatto a mano e la maglieria di cui parleremo oggi con lei.

Gaia Segattini

Dai tempi di ‘Vendetta Uncinetta’, blog di nuovo artigianato, creatività indipendente, consumo e moda sostenibile e tanto altro, Gaia, fashion designer con esperienza ventennale, ha continuato a occuparsi su più fronti di tutto ciò che riguarda appunto l’artigianato e la creatività, cioè manualità, riciclo, buona imprenditoria (e motivazione all’auto-imprenditoria), rapporto fra creatività e social network, fornendo consulenze, partecipando a tavole rotonde e fondando anche un festival, Weekendoit, quest’anno purtroppo annullato causa Covid. Nel 2018 ha lanciato il suo marchio di maglieria sostenibile Gaia Segattini Knotwear, in società con un’azienda qui nelle Marche, dove vive.

Piccola presentazione dell’ospite ma ora lascio a lei la parola!

Allora Gaia, una delle cose che chiedo sempre ai miei ospiti è il background o meglio il percorso che li ha portati a fare ciò che fanno. Ti va di raccontare come sei arrivata a fondare ‘Knotwear’?

Ho lavorato quasi 20 anni nella moda come designer, trend hunter e merchandiser per marchi internazionali di sportswear e streetwear. Il fatto di essere stata sempre free lance mi ha portato a immedesimarmi ogni volta in realtà e target diversi, sviluppando empatia e capacità di intuirne i potenziali. Poi ho passato 10 anni facendo divulgazione online su temi come il nuovo artigianato, le autoproduzioni, il made in Italy, la manifattura e la sostenibilità nel tessile, cosa che faccio tutt’ora su Instagram, collaborando con riviste e fiere di settore. Sono arrivata finalmente a fondare il mio brand in maniera graduale dopo questo lungo percorso e trovando il partner giusto che rispettasse i miei valori.

Le tue creazioni hanno la caratteristica della ‘non convenzionalità’ ideologica, estetica, progettuale, produttiva, commerciale. Sembra una cosa quasi filosofica, ce la spieghi?

Non abbiamo bisogno di nulla, si dice. In realtà abbiamo bisogno di cose da mettere spesso che non siano banali, durino e ci facciano sentire particolari e belle senza stancarci. Perché questi capi esistano vanno realizzati di qualità, che nella maglieria è possibile, al giusto prezzo, solo arrivando direttamente al cliente finale, evitando intermediari e ricarichi. La mia attenzione alla sostenibilità, sia dal punto di vista delle materie prime sia per il rispetto della manodopera, ha fatto in modo di utilizzare solo filati pre-esistenti e di coinvolgere ogni giorno chi lavora con me in tutte le fasi decisionali. Il non avere sprechi e giacenze comporta il conoscere benissimo il proprio pubblico, cosa spesso trascurata anche nelle aziende più strutturate. La comunicazione divertente e con riferimenti estetici e di cultura pop molto definiti aiuta a costruire community e a far sentire ‘capito’ il cliente, che per forza di cose è simile a me.

La maglieria di Gaia Segattini: il modello ‘Friend’ – courtesy Gaia Segattini Knotwear

Non crediamo più in collezioni e stagioni, lanci alla cieca, né in campagne di vendita o percorsi tradizionali commerciali”: questa tua affermazione è molto in linea con una nuova concezione di moda e non parlo solo di quella etica ma della moda tutta, soprattutto nell’era post Covid. Forse è per questo che la tua maglieria va quasi subito ‘sold out’, perché i clienti avvertono il tuo modo di sentire e lavorare nel settore?

Credo di sì. Ogni giorno mi spendo, da anni, raccontando come i prodotti di qualità vanno realizzati, fornendo esempi e sviluppando senso critico, anche con il mio tono di voce leggero e ironico. Ho divulgato il lavoro altrui per 10 anni solo perché è una cosa in cui credo, ora che ho un mio prodotto le persone si fidano di me, ma lo ricomprano e lo collezionano solo e unicamente perché hanno testato la qualità e la portabilità, nessuno spende più soldi solo perché qualcuno popolare su Instagram gliel’ha detto, specie per fasce di prezzo non proprio da fast fashion!

I modelli Bubble – courtesy Gaia Segattini Knotwear

Ci parli un po’ delle tue creazioni? Anche i nomi sono particolari: Bubble, Bloom e Popeye. E’ anche così che hai fidelizzato la tua clientela, con prodotti che tornano sempre uguali e sempre diversi?

Non credo in collezioni stagionali, credo però nello stile riconoscibile e nell’aria di familiarità che deve pervadere tutti i prodotti. Se un cardigan non riesci o non puoi prenderlo una stagione, lo ritroverai la stagione successiva, magari anche in colori diversi. Quello a cui aspiro è una lenta costruzione di armadio ideale, anno dopo anno, in cui tutto sta bene col resto e tutto viene sfruttato.

I modelli Bloom e Bubble – courtesy Gaia Segattini Knotwear

Brava, così anch’io prima o poi riuscirò a prenderne uno, dei tuoi stupendi maglioni! E per quanto riguarda novità e progetti futuri?

Tantissimi, alcuni non posso anticiparli ma sappiate che se tutto fila liscio avremo due eventi pop up anche quest’inverno (Milano, Bologna), due collaborazioni sugli accessori e il primo video ufficiale. Ma credetemi, è solo la punta dell’iceberg!

Bene, allora incrociamo le dita che questo virus ci dia una tregua e … a presto con il resto dell’iceberg! Grazie Gaia.


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