‘Wearing Memories’: memorie di un abito (parte 2)

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Wearing Memories - Courtesy of Museum at FIT

Della mostra ‘Wearing Memories’, organizzata dal Museum at Fashion Institute Technology of New York, avevo già parlato all’inizio di quest’anno, anzi, per la precisione si trattava del primo post del 2018. Ne torno a parlare perché se allora il progetto era ancora in fase d’incubazione, da fine maggio il materiale raccolto è diventato una mostra pubblicata anche online sulla pagina Tumblr del museo.

Per rinfrescarvi la memoria, ‘Wearing Memories’ era stato lanciato a novembre scorso dal Museum at FIT e riguardava il racconto di storie personali attraverso gli abiti; noi ‘comuni mortali’ da tutti gli angoli del mondo avremmo potuto condividere le storie e le foto dei capi che avevano per noi un significato speciale e, se selezionate dal museo, avrebbero appunto fatto parte della mostra.

Sono andata sulla pagina Tumblr del museo e ho scelto alcune delle memorie che mi hanno colpito di più ma ognuna merita di essere letta per la sua particolarità, quindi vi invito a farlo.

Wearing Memories: il regalo della Prima Comunione


Wearing Memories – Grace Finaldi, Decatur, Georgia – courtesy of Museum at FIT

“Questo è il primo abito che ho comprato con i miei soldi, soldi che ho ricevuto come regalo della Prima Comunione. L’ho visto nel catalogo Sears Spring through Summer del 1962 a pag 421 e l’ho fatto comprare a mia mamma per me. Ha conservato poche cose della mia infanzia, quindi è stata una sorpresa enorme quando me lo ha ridato. Avevo 40 anni. Si tratta anche del primo capo acquistato che ho potuto scegliere io piuttosto che qualcun altro. Anche se ora ho 64 anni, provo ancora un senso di piacere e autodeterminazione ogni volta che lo guardo”. (Grace Finaldi, Decatur, Georgia)

Wearing Memories: la sciarpa tartan


Wearing Memories – courtesy of Museum at FIT

“Dopo che mio fratello Bruce è morto nel 2014, sua moglie mi ha regalato la sua sciarpa tartan Royal Stewart. Bruce era molto orgoglioso delle sue origini scozzesi, quindi volevo usarla per ricordarlo. Tuttavia, la sciarpa mi pizzicava troppo intorno al collo. Siccome adoro i cappelli, ho deciso di trasformare la sciarpa in un turbante. Ci è voluto del tempo perché il drappeggio di un turbante è complicato. Alla fine ho trovato Julia Knox all’East Village Hats, che ha creato il mio turbante nel 2016. So che Bruce sarebbe orgoglioso del risultato! Io lo sono!”. (Nadine Stewart, New York, NY)

Wearing Memories: la tuta dell’Adidas

“Questa tuta dell’Adidas mi riporta alla mente ricordi del mio periodo al college. L’avevo comprata nel 1996 in un negozio vintage a Bairro Alto, un quartiere alla moda di Lisbona, in Portogallo. La indossavo con una blusa a righe e le sneaker Adidas Gazelle. Ricordo che mi sentivo libera e a mio agio. Quando studiavo fashion design, il mio professore di disegno mi ha visto portarla e mi ha chiesto di indossare l’abito in classe per una lezione di disegno del modello. Io e i miei compagni di classe abbiamo disegnato i miei abiti. È stato molto lusinghiero! Ce l’ho ancora ma non la porto più.” (Brigida Ribeiros, Castelo Branco, Portugal)

Wearing Memories: Peter Fox Shoes


Wearing Memories – courtesy of Museum at FIT

“Peter Fox Shoes in Thompson Street ha aperto nel 1982. All’epoca ero una studentessa universitaria e non avevo soldi, ma non ho potuto non comprare queste scarpe in raso rosso fatte a mano. Le porto ancora”. (Madeleine Beckman, NYC)

Wearing Memories: tunica degli anni ’40


Wearing Memories – Museum at FIT

“Questa è una tunica indossata da mia madre tra la fine degli anni ’40 e i primi ’50. La foto la mostra mentre la indossa accanto a mio padre nella loro casa sulle colline di Hollywood, probabilmente poco dopo il loro matrimonio. Siccome mio padre è morto pochi anni dopo, è una delle poche immagini di loro insieme. L’abito è fatto di un particolare tipo di tessuto in seta lavorato a mano, fatto su misura con piccoli bottoni sul retro. Sono sempre stata affascinata dal tessuto, con le sue piccole figure rosse e bianche su sfondo nero, splendidamente ricamate a mano. Per gli ultimi 40 anni ho tenuto il vestito nel mio armadio. È un richiamo allo stile e al gusto di mia madre e, come mostra la foto, anche al rapporto speciale che i miei genitori hanno avuto con cose particolari. Non conosco il produttore, non c’è l’etichetta, ma mia madre era solita fare acquisti da I. Magnins e Bullocks Wilshire (a Los Angeles), nei reparti di fascia alta: Balenciaga, Balmain, Cashin, Pucci, Missoni, Yamamoto, Miyake, ecc. Aspettando seduta sugli sgabelli imbottiti, da piccola, la guardavo provare gli abiti di questi negozi eleganti e ho imparato ad amare l’odore, il suono e la sensazione dei tessuti, che da quel momento in poi mi hanno accompagnato per diventare l’obiettivo a lungo termine della mia vita”. (Elena Phipps, New York)


Wearing Memories – Courtesy of Museum at FIT

E le storie proseguono sul sito…

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