Caffè, non solo in tazza

0
91

A settembre si ha sempre l’impressione che tutto finisca e contemporaneamente ricominci, quindi buoni propositi a gogo. Noi qui, ci limitiamo a proporci di andare avanti parlando, tra il resto, di iniziative e progetti virtuosi che seguono la strada della sostenibilità. Che è già tanta roba.

Allora oggi, come primo post del mese, scelgo la linea di accessori nata dalla collaborazione tra Caffè Milani e In-Presa; il primo è lo storico marchio comasco di caffè fondato nel 1937 da Celestino Milani, ex barista, la seconda è una Società Cooperativa Sociale della Brianza che dal 1994 si occupa di formazione professionale e inserimento lavorativo per ragazzi in difficoltà sociale, scolastica e lavorativa.

Per i suoi 85 anni di attività, Caffè Milani ha sviluppato una serie di progetti che hanno come punto focale l’inclusione e la sostenibilità, entrambe legate all’idea tutta italiana di artigianalità; tra di essi una linea di accessori realizzati dai materiali di scarto dell’industria del caffè: borse, pochette e zainetti fatti a mano dai giovani della cooperativa In-Presa.

Partendo da juta e bobine, i ragazzi di In-Presa hanno potuto mettere alla prova le proprie abilità artigianali creando pezzi unici in edizione limitata.

“I nostri accessori eco-fashion sono portatori di tanti messaggi – sottolinea Elisabetta Milani, responsabile marketing e comunicazione di Caffè Milani, sicuramente la sostenibilità, ma anche l’inclusione, la solidarietà, la formazione oltre che il gusto e la fantasia dello stile italiano”.

La prima edizione degli accessori è disponibile dal 29 agosto sul sito di Caffè Milani e da ottobre anche negli shop a marchio Caffè&Caffè presenti nelle città di Como, Lecco, Monza, Padova. Come la prima, anche le serie successive (sempre in edizione limitata ed esclusiva) saranno disponibili sul sito di Caffè Milani, costantemente aggiornato.

Prima di concludere volevo ricordarvi che, oltre al packaging del caffè, anche i fondi stessi possono essere utilizzati come materiale ‘tessile’; lo fa, ad esempio il marchio spagnolo Ecoalf, utilizzando appunto i fondi raccolti da vari ristoranti e negozi e poi lavorati e legati ad altri materiali per ottenere tessuto.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here