di Andrea Legranzini
Il Consorzio ERP Italia Tessile, in collaborazione con Rete Riuse, si prepara ad affrontare una delle più grandi sfide ambientali dei prossimi anni: il corretto riciclo tessile, in linea con la normativa EPR (Extended Producer Responsibility) che entrerà in vigore nei prossimi mesi. Il Textile Hub di Rho, gestito da Rete Riuse, diventerà un esempio concreto di come l’Italia potrà implementare questo cambiamento epocale, trasformando un comparto ad alto impatto ambientale in un sistema circolare più sostenibile.
La nuova normativa EPR, obbligatoria nel settore tessile, è pensata per ridurre lo spreco e migliorare la gestione dei rifiuti. Oggi, oltre il 78% dei rifiuti tessili in Europa finisce in discarica o viene incenerito, un dato allarmante che supera le 5 milioni di tonnellate ogni anno. In Italia, solo il 10% degli oltre 1 milione di tonnellate di rifiuti tessili viene raccolto correttamente, mentre il settore tessile si conferma tra i principali responsabili di consumo di acqua e suolo a livello globale. ERP Italia Tessile sarà un elemento centrale in questa transizione, fungendo da facilitatore del processo di riciclo, riutilizzo e recupero dei materiali. Collaborando con i produttori e le cooperative sociali come Rete Riuse, il consorzio si impegna a costruire una rete che consenta di tracciare e riciclare efficacemente i rifiuti tessili. L’obiettivo, fissato dall’Unione Europea, è di raggiungere il 40% di riciclo entro il 2035, con il vincolo che l’80% dei materiali raccolti venga destinato a riutilizzo o riciclo.

Uno dei pilastri di questo nuovo sistema è il Textile Hub di Rho, il più grande impianto di riciclo tessile del Nord Italia. Con i suoi 12.000 metri quadrati, l’impianto è in grado di trattare fino a 20.000 tonnellate di rifiuti tessili all’anno, destinandone il 60% al riutilizzo e il 35% al riciclo. Questo permette un risparmio economico di oltre 1,5 milioni di euro e riduce significativamente l’impatto ambientale, grazie alla diminuzione delle emissioni di CO2 e del consumo di risorse naturali come acqua e suolo. Rete Riuse, promotrice del progetto, gestisce una rete di cooperative sociali attive nelle diocesi di Milano, Brescia e Bergamo, impegnate nella raccolta e nel riciclo di indumenti usati. La rete ha un forte impatto sociale, impiegando oltre 118 persone, molte delle quali provenienti da contesti di disagio, e destinando i fondi raccolti a progetti di solidarietà. Solo nel 2023, Rete Riuse ha recuperato 14.578 tonnellate di rifiuti tessili, contribuendo a evitare l’emissione di oltre 48.800 tonnellate di CO2.
Il futuro del settore tessile passa inevitabilmente per un’economia circolare e il ruolo di consorzi come ERP Italia Tessile e cooperative come Rete Riuse, diventa cruciale per rendere questa transizione non solo possibile, ma anche vantaggiosa per tutti. La collaborazione tra queste realtà non rappresenta soltanto un passo avanti per la sostenibilità ambientale, ma anche una vera e propria opportunità di innovazione e crescita per il nostro Paese. È entusiasmante vedere come, attraverso soluzioni concrete e la cooperazione di attori locali e nazionali, si possa creare un sistema che non solo rispetta l’ambiente, ma apre anche nuove prospettive economiche e sociali. Questa visione di un’economia circolare potrebbe davvero rappresentare il futuro, e il Textile Hub di Rho ne è un esempio tangibile e incoraggiante.