Marble Swimwear, i costumi da bagno che vengono dal mare (e lo salvano)

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Tempo d’estate, tempo di mare, tempo di costumi da bagno; e siccome il mio ultimo post parlava, tra le altre cose, di ECONYL®, filato sostenibile ricavato da rifiuti industriali, scarti tessili e soprattutto da reti da pesca recuperate dai fondali marini, perché non parlare di uno dei brand che ne fa uso per i propri costumi da bagno? Giusto per indirizzarvi verso le scelte più etiche per le vostre vacanze (per chi ci andrà naturalmente, ma ci sono anche i costumi da bagno sostenibili per la piscina!).

Dunque, dicevo che Carvico SpA e Jersey Lomellina SpA sono le due aziende italiane che detengono l’esclusiva mondiale di l’utilizzo di ECONYL per la produzione di tessuti per il mondo del bagno; i marchi che ricorrono a questi eco-tessuti tecnici altamente performanti sono davvero tanti, sia in Italia che all’estero. Uno di questi è Marble Swimwear, brand indipendente di costumi da bagno deluxe, australiano di nascita e inglese di adozione; sul proprio sito l’etichetta si definisce ‘con un cuore internazionale e il pianeta in mente’, quindi l’impegno a garantire che ogni singolo elemento della produzione sia rispettoso dell’ambiente è totale.

L’8 maggio scorso il marchio ha lanciato su Indiegogo una raccolta fondi per la produzione della collezione ‘Ocean to Ocean’ in collaborazione con l’influencer Sarah Kohan che ha un seguitissimo account di viaggi su Instagram; la linea di costumi da bagno è appunto realizzata con ECONYL, precisamente con il 78% di questa fibra rigenerata che, dice Sian Lakin, fondatrice di Marble Swimwear, unita alla Lycra fornisce una resa di altissima qualità senza appunto danneggiare il pianeta.

“Finalmente abbiamo un prodotto” dice Sarah Kohan a proposito della collezione “che sposa la nostra passione per il pianeta e la nostra ossessione per il costume da bagno” e su questo l’influencer non ha tutti i torti, dato che oggi beachwear e swimwear sono quasi alla pari con l’abbigliamento quotidiano in fatto di stile ed estetica. Non è un caso che tanti designer abbiano sdoganato per la stagione estiva look da spiaggia anche in città.

Curiosa poi la scelta di Marble Swimwear di chiamare i pezzi dei vari bikini come le protagoniste delle lotte ambientali, sia in mare che sulla terra; c’è ad esempio il ‘Michele top’ dedicato a Michele Kuruc, vice-presidente delle politiche oceaniche del WWF, impegnata contro le pratiche illegali di pesca oppure l”Elissa top’ che prende il nome da Ellie Sursara, biologa e attivista che attualmente sta studiando le micro-plastiche che infestano gli oceani, mentre il costume intero ‘Ramsey’ è per Ocean Ramsey, istruttrice-sub che nuota con gli squali.

Per chiudere il cerchio Marble Swimwear devolve il 10% dei profitti a Healthy Seas, l’iniziativa di Ong e aziende che recupera le reti da pesca dai fondali e che l’8 giugno sarà protagonista dell’evento in streaming dall’isola di Santorini.

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