Nella scorsa ‘Intervista del mese’, il mio ospite Niccolò Cipriani di Rifò ha nominato Sara e Desiree del marchio Eticlò come mie prossime ospiti e per me è stata una piacevole sorpresa, perché conosco il brand e Desiree l’ho incontrata proprio nello store di Eticlò a Bologna qualche mese fa (dove ho trovato lo spazzolino in bambù di Hydrophil). Così ho di nuovo constatato come sia piccolo questo mondo della moda etica, fatto di una miriade di fili che uniscono storie, persone, ideali e valori.

Eccoci qua, quindi, con Sara e Desiree, fondatrici del marchio Eticlò, che ci raccontano la loro avventura nella doppia veste di fondatrici di un brand e di un concept store etico.

Ci raccontate come e quando Eticlò? Qual è il percorso che vi ha portato a fondare il marchio?

Eticlò è nato da un gruppo di ragazzi provenienti dal mondo del biologico – food. Ci siamo ritrovati assieme, qualche anno fa, con la voglia di costruire una proposta di abbigliamento che facesse propri i principi di sostenibilità cui eravamo abituati nel food. Volevamo, però, proporre una collezione, sì di sostanza, ma che fosse anche esteticamente appetibile. Abbiamo voluto, cioè, unire l’etica all’estetica. Dopo mesi di ricerca e di studio, di approfondimento sulle materie prime, sulla produzione, sulle esigenze dei consumatori che, come noi, sono alla ricerca di un prodotto bello e sostenibile, abbiamo finalmente dato il via al progetto. Eticlò (da Ethical closet) è nato così: con un ideale nel cuore e l’estetica come linea guida.

Quali sono le sue caratteristiche in termini di sostenibilità?

Un look Eticlò a/i 2019/2020

La nostra è una sostenibilità di prodotto. In Eticlò utilizziamo solo tessuti naturali e di origine biologica tra cui cotone e lino bio, seta naturale, lane biologiche e a km 0. Inoltre, tutti i nostri tessuti sono puri: ciò significa che non utilizziamo mischie di fibre naturali con fibre sintetiche, per esempio cotone-elastane. Per quanto riguarda le tinture, invece, ci orientiamo verso colori e processi conformi agli standard internazionali GOTS e scegliamo anche molti tessuti non tinti.

Confezioniamo poi i nostri capi presso aziende di confezione sane e verificate, situate per lo più nel Nord Italia. Abbiamo anche un partner produttivo egiziano di cui andiamo molto fieri: si tratta di Sekem, un’azienda bio che è, ancor prima che un’azienda, un progetto di sviluppo sostenibile sorto nel deserto del Cairo e diventato un riferimento a livello internazionale.

Nello store di Eticlò, in centro a Bologna, vendete anche altri marchi etici, quali sono e perché li avete scelti?

Si! Eticlò non è solo un brand, ma un contenitore di proposte sostenibili e contemporanee. Nel nostro store vendiamo una selezione di brand che condividono i nostri requisiti di tessuto/filiera e che ci somigliano anche nel gusto. Insieme ai nostri partner abbiamo costruito un vero e proprio concept store che riassume diverse categorie merceologiche, tutte accomunate dalla filosofia bio e dallo stile raffinato e ricercato. Tra gli altri, abbiamo: Rifò (grazie al quale siamo qui oggi a rispondere alle tue domande!), Birkenstock, Funktionschnitt, Melidè, Par.Co Denim, Baserange, Organic Company. La cosa più bella che accomuna tutti i brand che ospitiamo in negozio, Eticlò incluso, è che dietro a ciascun brand ci sono ragazzi e ragazze giovani e motivati. La sostenibilità nella moda è costruita ogni giorno da imprenditori davvero giovani!

Ed è giusto che sia così! Come proprietarie di un marchio ma anche di un negozio etico, fisico e online, com’è l’approccio del consumatore all’acquisto, cosa chiedono maggiormente i clienti? Ed è cambiato nel corso del tempo?

Difficile dire se sia cambiato nel corso del tempo, perché il nostro progetto è davvero recente. Ciò che osserviamo è che oggi il consumatore cerca il prodotto sostenibile, si interessa della qualità del tessuto e della filiera, ma non è disposto a scendere a compromessi in termini di design. Nessuno è più disposto a ‘scusare’ il prodotto sostenibile se non è anche ‘bello’. È per questo che è importante, per i brand come noi, avere a cuore sia la qualità e la sostenibilità, ma anche l’estetica. Se vogliamo davvero proporre un’alternativa pulita al fast fashion, dobbiamo lavorare molto sullo stile sia delle nostre collezioni che del nostro negozio.

È interessante poi osservare che tanti consumatori arrivano a noi perché sono alla ricerca di capi in tessuti naturali puri (100% cotone, 100% lana ecc.) che non trovano altrove. In generale ci si sta rendendo conto di quanto poco confortevoli siano i capi sintetici e di quanto la poca qualità dei prodotti standard incida sulla nostra salute e sul nostro comfort.

 E una descrizione dell’ultima collezione autunno/inverno?

La nostra collezione A/I rispecchia lo stile e la filosofia del brand: è un insieme di capi essenziali nello stile e di altissima qualità nella confezione e nei materiali. Il nostro stile pulito e raffinato concretizza una delle nostre linee guida più importanti: la durevolezza delle collezioni. Il gioco di volumi, le linee pulite, la cartella colori composta ma ricca di carattere: queste caratteristiche rendono la collezione perfetta per essere interpretata secondo la personalità di ciascuno.

Infatti mi è subito saltata all’occhio la pulizia delle linee. Siamo arrivate alla fine e come d’abitudine vi chiedo di nominare il mio prossimo ospite …

Nominiamo Daniel, co-founder di Re-bello e di Kauristore, un progetto che sarà attivo da dicembre sulla piazza di Bolzano.

Bene ragazze, un altro brand che conosco e che ho voglia di far conoscere anche ai miei lettori. Grazie mille per la partecipazione, in bocca al lupo per tutto e sempre w il lupo!

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