Pure al supermercato dove faccio abitualmente spesa, c’era l’altro giorno il volantino ‘Black Friday‘, che poi gli sconti alla fine sono uguali a quelli delle classiche offerte periodiche ma questo ‘venerdì nero’ ci ha omologato così tanto che sembra servire anche per vendere il pane e i generi di prima necessità.
Terribile.
Per fortuna c’è chi si oppone. In Francia (avranno anche i loro difetti ma per tante cose stanno avanti, è inutile) è da qualche anno che diversi movimenti e associazioni si organizzano per protestare e boicottare il Black Friday con l’obiettivo di porre fine al consumismo sfrenato di una giornata che oltretutto non fa nemmeno parte della tradizione europea, essendo made in Usa.
Il movimento del Green Friday è nato nel 2017 su iniziativa di Envie, rete di imprese eco-solidali, cui si sono andati ad aggiungere nel corso degli anni altri soci fondatori come Altermundi, DreamAct, Ethiquable e Refer, gruppi, reti, associazioni e quant’altro che raccolgono marchi etici e made in France in tutte le categorie, dall’abbigliamento alla cosmetica all’arredamento e così via.
Ogni anno in previsione del Black Friday il movimento stende un programma di iniziative per sensibilizzare i consumatori ma anche le aziende ad acquisti e vendite responsabili; quest’anno a fine ottobre era stata lanciata la sfida dei ’30 giorni’ tramite Instagram, con una serie di piccoli gesti da compiere quotidianamente come chiedere al proprio marchio preferito i suoi metodi di produzione o cronometrare il tempo trascorso sotto la doccia, tutto per fornire semplici indizi e raccogliere informazioni sulle abitudini dei cittadini e trasformarli in ‘attori consumatori’.
Oltre a ciò, l’ultimo venerdì di novembre ovvero il giorno del famigerato ‘Black Friday’, le aziende associate al collettivo si impegnano a non offrire sconti ai propri clienti ma a donare il 10% del fatturato della giornata a favore di alcune associazioni scelte dal collettivo, mentre a loro volta le associazioni si impegnano a organizzare eventi di consapevolezza del consumo responsabile durante il rinominato ‘Green Friday’.
Sulla stessa lunghezza d’onda è il collettivo ‘Make Friday Green Again‘ lanciato da Nicholas Rohr, co-fondatore del marchio Faguo, cui hanno aderito finora più di mille brand; il motto è di trasformare il ‘venerdì nero’ in un venerdì normale, come tutti gli altri, possibilmente verde, magari riciclando, riparando, facendo decluttering.
Il proposito è quello di consumare quando si ha realmente bisogno, senza eccessi.
Comunque le ultime notizie danno un rinvio del ‘Black Friday’ in Francia per la crisi dovuta al Covid, in modo che tutti i negozi possano riaprire in modo ordinato e offrire gli sconti per gli acquisti natalizi.
Ma tanto la mia idea è che del Black Friday ne beneficino soprattutto i colossi online, Amazon in primis, proprio quelli che hanno già fatturati milionari e continuano a non rispettare i diritti dei lavoratori.
Per loro è sempre Black Friday.