Moda etica a Venezia con la Venice Fashion Week

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di Mariangela Bonesso

“Perché vuoi combattere contro il labirinto? Assecondalo, per una volta” scrive così Tiziano Scarpa nell’indimenticabile guida ‘Venezia è un pesce’. Perché un dedalo, questa città, lo è davvero e non solo per la particolare conformazione delle calli. La sua autenticità passa anche attraverso l’unicum delle contraddizioni di cui vive: sull’acqua ma dall’acqua minacciata, di turismo ma dal turismo sopraffatta.

A Venezia si respira storia e non potrebbe essere altrimenti, con oltre 1600 anni da raccontare, ma qui, più che altrove, è forte l’esigenza di scommettere sul futuro, un futuro sostenibile, di cui la creatività è una componente imprescindibile.

L’artigianato e la moda se ne sono accorti da tempo. E non è un caso che sia stata un successo anche la decima edizione della Venice Fashion Week, organizzata da Venezia da Vivere, affermato network che dal 2001 promuove la creatività della città lagunare, per valorizzare l’alto artigianato contemporaneo e le collezioni sostenibili di brand conosciuti e designer emergenti. 

Sui social scorrono fitte le immagini di dieci giorni di eventi, conclusisi lo scorso 29 ottobre, che hanno visto protagonisti 40 marchi italiani e internazionali, altrettante botteghe in città in occasione di ‘Atelier Aperti’ e ancora, a Palazzo Sagredo, ‘Ornamenti’, novità di questa edizione con il primo salone dedicato all’accessorio artigianale e artistico per la moda.

Tante le idee e le emozioni da raccontare tra sfilate, mostre e convegni. Dalla raffinata sostenibilità di Antonia Sautter, ispirata agli oceani e declinata nell’incontro tra terra e acqua dei suoi magnifici kimono in velluto di seta, a Endelea, la start-up di moda etica, capace di creare un ponte tra Europa e Africa, unendo il design italiano alla tradizione sartoriale africana. Dai colori sostenibili e travolgenti della moda di Hélène Kuhn Ferruzzi alla collezione sartoriale di Mirko Giovannini. Anche il lusso trova la sua chiave sostenibile con Gaiofatto e la scelta di impiegare il 3D fashion design per la progettazione e presentazione delle collezioni.

La Venice Fashion Week ha inoltre fatto da cornice al debutto in anteprima europea di ‘Romeo y Julieta’, la collezione di abiti da sera, valorizzati da dettagli e ricami artigianali, della stilista argentina Julieta Cardozo. Tra le chicche della manifestazione l’incontro con Carlos Tieppo, direttore creativo della sartoria del Teatro La Fenice che ha svelato curiosità e retroscena dell’atelier costumi del noto teatro lirico veneziano.

Il salone ‘Ornamenti’ ha ospitato un’accurata selezione della migliore tradizione artigianale: dalle borse ai gioielli fatti a mano, ogni creazione sembrava un capolavoro d’arte in miniatura, come gli occhiali firmati In Barberia o le borse in velluto ricavato da plastica riciclata di Fugu Bag. 

Il successo della Venice Fashion Week dimostra, ancora una volta, come preservare le eccellenze del passato senza mai rinunciare a una visione futura, sia l’unica strada per vivere al meglio anche il presente. Sostenibile, ovviamente.

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