No, non è un caso che abbia deciso di far uscire l’Intervista del mese’ di novembre in coincidenza con il Black Friday; lo faccio per rimarcare il mio pensiero, espresso in un post recente, su sovrapproduzione, febbre da acquisti e moda usa e getta. Scegliere di pubblicare oggi l’intervista con Daniel Tocca, fondatore di Re-bello, è un modo per valorizzare il lavoro di chi pensa e produce con dinamiche totalmente contrarie alla logica da Black Friday, dinamiche che noi di eco-à-porter cerchiamo da sempre di promuovere e diffondere.
Re-bello è nato a Bolzano nel 2013 con l’obiettivo di portare una vera e propria rivoluzione nel mondo della moda: realizzare un brand autenticamente sostenibile e dalla forte personalità di stile. Dopo sei anni il marchio è una bella realtà della moda etica italiana, scopriamolo con il suo fondatore, Daniel Tocca.
Allora Daniel, la prima cosa che chiedo ai miei ospiti di solito è il percorso che li ha portati a intraprendere l’attività, perché a noi di eco-à-porter piacciono le storie. Quindi come e quando è nato Re-bello?
Studiavo a Rotterdam il master in ‘Creazione di imprese’; il mio professore ci diceva sempre che avremmo dovuto creare la nostra azienda subito dopo la fine degli studi … ed ecco che vedo, in un negozio proprio lì a Rotterdam, capi di abbigliamento prodotti in maniera sostenibile. Al tempo, era il 2009, ero già interessato alla moda. Così entro nel negozio, tocco i capi e noto che il materiale è di qualità. Leggo l’etichetta e con stupore scopro che tutti quei capi erano fabbricati in maniera sostenibile con eucalipto, bambù e altri materiali naturali. Tuttavia, nonostante la qualità e l’eco-sostenibilità che caratterizzava i capi, non ero per nulla soddisfatto del design, anzi come direi io erano dei ‘Kartoffelsäcke’ (N.d.A. ‘sacchi di patate’ traduzione dal tedesco). Così, partendo da quel negozio e dalle parole del mio professore, inizio ad analizzare i mercati online, scoprendo a malincuore che l’industria della moda è una delle più inquinanti al mondo. Capisco immediatamente qual è la mia strada. Chiamo due miei amici a Milano e gli propongo il progetto: combinare il concetto di sostenibilità, sempre più importante, con il concetto di moda, per dare al consumatore il fashion sostenibile. E così nel 2010 nasce Re-bello.
Ho bene in mente l’immagine dei ‘Kartoffelsäcke’, era un po’ l’idea iniziale che sembrava contraddistinguere un certo tipo di moda sostenibile, che sacrificava l’estetica all’etica. E il nome Re-bello, da dove nasce, anche se un’idea me la sono fatta ;-)?
Re-bello è la bella rivoluzione. Re-bello è nata come una rivoluzione nel mondo del fashion, per sfidare l’industria della moda e imporsi con il claim ‘Join the revolution’. Perché? Perché con Re-bello si vuole portare le persone a prendere coscienza senza però rinunciare alla bellezza e al design.
Nel vostro sito ho trovato un’interessante ‘eco-classifica’ legata a fibre e materiali: la spieghi anche ai nostri lettori?
Dunque l’eco-classifica l’abbiamo creata per dare al consumatore una overview di come noi classifichiamo i tessuti nei vari campi. Perché questo? Perché nonostante tutti i materiali che utilizziamo siano eco-sostenibili, non tutti lo sono allo stesso modo. Ci sarà sempre quel materiale che ha determinati vantaggi rispetto a un altro tipo o quel materiale migliore per determinate caratteristiche.
Anche se solitamente noi non parliamo di pelle perché preferiamo una moda cruelty-free, con voi faccio un’eccezione perché ho letto della pelle conciata con foglie di ulivo; in cosa consiste esattamente il processo?
La pelle conciata con foglie di ulivo è un progetto di ricerca che abbiamo lanciato insieme a Wet Green, un’azienda tedesca. Questo progetto ci ha permesso di lavorare la pelle di animali che vivono allo stato brado nella Foresta Nera, senza avere impatto sugli allevamenti, con foglie di olive, creando una concia naturale, tutt’altra cosa da quelle chimica cui siamo abituati. Un progetto a dir poco unico.
Infatti, perché di concia al vegetale con tannini ne ho sentito parlare ma non con le foglie di ulivo. Senti, Sara Zanella di Eticlò mi ha parlato del tuo progetto KAURI STORE. Di cosa si tratta?
Sì, KAURI STORE è il mio nuovo progetto. Dall’anno scorso non sono più il CEO di Re-bello e quindi ho deciso di concentrarmi su KAURI DISTRIBUTION e iniziare un secondo progetto, il KAURI STORE appunto.
KAURI STORE è il primo concept store per uno stile di vita sostenibile a 360°, volto a dare la possibilità ad aziende con DNA sostenibile a emergere nel mercato del fashion ma non solo. Infatti il nostro store permetterà di far conoscere al consumatore brand riguardanti la cosmesi sostenibile, gli accessori e molto altro. Il progetto infatti è di far crescere nel tempo il concept di KAURI STORE esportandolo in altre città sempre più green, come Berlino o Monaco, includendo una vasta gamma di settori. Come KAURI STORE, ci occupiamo del marketing dei nostri brand e della gestione del personale. Vogliamo che il cliente entrando nel nostro negozio rimanga affascinato da come effettivamente la sostenibilità la si possa vivere a 360°.
Come sai, ora devi nominarmi il prossimo ospite, previsto per gennaio dopo la pausa natalizia. Chi è e perché?
Ora nomino, e spero non ci siano conflitti di interesse, mia sorella Elisabeth, fondatrice di Cora Happywear, azienda ormai confermata nella moda sostenibile per baby, kids e mamme. Perché proprio questo settore? Beh, per diffondere quei valori di coraggio, impegno e responsabilità che ogni donna mette nel proprio lavoro e per dimostrare che con dedizione non ci sono ostacoli che possano fermare i propri sogni e passioni.
Ben venga la fratellanza, ancor di più se sostenibile e così apriamo anche alla moda baby, ancora estranea al nostro blog. Grazie Daniel e auguri per il tuo nuovo progetto!