Huda and Maria of Bokja Design - Courtesy of Bokja Design

Rieccoci alla nostra rubrica ‘L’intervista del mese’; il mese scorso la mia prima eccellente ospite, Sass Brown, mi aveva indicato come intervistato di febbraio Bokja Design, il marchio libanese di interior design, tessuti, accessori e fashion design che ha la particolare e accattivante caratteristica di utilizzare per le proprie creazioni materiali nuovi e riciclati ma che, soprattutto, fa del ricamo, dei tessuti e delle tecniche tradizionali un modo per raccontare storie. Storie di viaggi, storie di tradizioni famigliari, storie di paesi, storie della città stessa, Beirut, dove Bokja ha lo studio, un vero fulcro creativo in cui convergono miriadi di ispirazioni, locali e internazionali.


Bokja Design – Courtesy of Bokja Design


È stata per me una vera sorpresa scoprire questo marchio che mi ha dato riprova di quante sfaccettature abbia la moda sostenibile; Bokja è infatti l’insieme di tanti aspetti del fashion etico che vanno dal riciclo all’upcycling, dallo slow design al fatto a mano, con il valore aggiunto della multiculturalità che si esprime nei colori, nelle trame, nelle forme degli oggetti creati. Ed è, inoltre, un marchio fondato da due splendide donne che vedete ritratte in copertina, Huda Baroudi e Maria Hibri. Huda ha risposto alle mie domande sottolineando più volte il piacere di lavorare in un team variegato ma unito dall’amicizia e dalla stima reciproca per le capacità creative e manuali di ognuno.


Innanzitutto, grazie Huda di essere mia ospite; ammetto che prima della segnalazione di Sass Brown, non conoscevo Bokja Design e devo dire che sono rimasta piacevolmente colpita dall’uso che fate dei materiali, dei colori, delle forme. Mi racconti da cosa nasce questo mix esplosivo e accattivante?

Io e la mia partner, Maria Hibri, siamo state presentate da un amico comune proprio grazie alla nostra passione per i tessuti etnici tradizionali e per i pezzi d’arredamento di seconda mano ma unici nel loro genere. In un modo che io chiamerei ‘serendipitamente’, cioè casuale e imprevisto ma felice, abbiamo finito per lavorare insieme e, dopo il successo della nostra prima collezione, Bokja Design è diventato una realtà consolidata.


So che molti dei vostri prodotti sono realizzati con materiali di riciclo. Mi puoi spiegare da dove vengono e quali tecniche utilizzate? Anche l’artigianato è un’altra delle caratteristiche che sta alla base del vostro lavoro; ricorrete soprattutto a tradizioni locali o anche di altri Paesi?

Bokja Design – Courtesy of Bokja Design

Diciamo che Bokja è un gruppo cui piace esplorare; attraverso il commercio e i viaggi raccogliamo modelli, forme e tessuti che integriamo poi nei nostri processi creativi. I pezzi vengono selezionati sulla base di un’attrazione emotiva, raccogliamo frammenti di tempo e luogo e li riposizioniamo in arrangiamenti insoliti; giustapporre tra loro oggetti e superfici disparati è una cosa che amiamo fare. In questo processo di esplorazione raccogliamo sia materiali recuperati che nuovi, a seconda

Bokja Design – Courtesy of Bokja Design

del progetto. Il nostro atelier è composto da un gruppo di artigiani, uomini e donne, di grande talento che guidiamo per la creazione degli oggetti di Bokja. Le loro provenienze sono diverse, Iraq, Siria, Kurdistan, Egitto e, naturalmente, Libano, e ognuno porta un insieme unico di abilità tessili tradizionali che poi si riversano nella creazione di pezzi unici. Il team è cresciuto attraverso una rete già esistente di relazioni; un amico ne porta un altro fino ad arrivare alla squadra che abbiamo oggi.

Il vostro studio ha sede fuori Beirut e anche la vostra produzione; che tipo di rapporto avete con la città, che tipo di scambio avete instaurato?

Bokja Design – Courtesy of Bokja Design

Come dicevo prima, prendiamo la nostra ispirazione da ciò che ci circonda. Guardando Beirut dal di fuori, è come se la città fosse una superficie ‘Bokja’ assemblata, dove il vecchio co-esiste con il nuovo e le tradizioni locali competono con influenze straniere. La ricchezza che si trova in città consente uno splendido raggruppamento di abilità e materiali unici, provenienti da diversi parti del mondo.

Siccome il blog tratta di abbigliamento ed accessori, vorrei che mi parlassi delle varie collaborazioni che so avete con diversi marchi per la realizzazione, ad esempio, di sciarpe, pigiami, capospalla, etc.

The KIMABAYA collection. A @miliam_studio & Bokja Design collaboration
Courtesy of Bokja Design

Bokja cerca di espandere i propri orizzonti attraverso collaborazioni sia con agenzie che con i singoli, l’importante è che siano interessanti e pertinenti con il nostro modo di operare. Questo ci consente di rafforzare la nostra base di conoscenza tessile mentre ci dà la possibilità di avere nuove opportunità in un modo che si rivela spesso sorprendente e piacevole. La collaborazione è tutto. È necessario promuovere una cultura della collaborazione e della convergenza tra persone di campi diversi e anche tra i designer stessi. In molte delle nostre ultime collaborazioni, il nostro obiettivo è stato più orientato a evidenziare le abilità artigianali uniche del nostro laboratorio tessile.

Una curiosità Huda: cosa significa ‘Bokja’?

Bokja Design – Courtesy of Bokja Design

‘Bokja’ è una parola di origine turca che significa pacco o pezzo di stoffa utilizzato per avvolgere i propri effetti personali. Nella tradizione familiare un tipico ‘Bokja’ raccoglie sempre in se l’insieme dei ricami fatti a mano dai diversi membri della famiglia, come se fosse un racconto di più generazioni; il laboratorio di Bokja Design mantiene la stessa essenza dello storytelling attraverso i tessuti, mentre è pioniere nel preservare la tradizione culturale locale di un’identità tessile con una voce contemporanea.

Bene Huda, siamo al termine dell’intervista e dal momento che questa rubrica è concepita in modo che l’intervistato indichi il prossimo ospite, chi sarà? E perché?

Nomino Sarah Hermes, fondatrice di ‘Creative Space Beirut’ che è una scuola gratuita di fashion design che offre un’istruzione di qualità a giovani talentuosi che non hanno le risorse per potersi iscrivere a istituzioni del settore che diventano sempre più costose. L’iniziativa innovativa mira a promuovere le pari opportunità nel settore creativo e rendere il mondo del design accessibile a chi ha una visione, un talento e l’impulso propulsivo alla creazione.

Ottima idea Huda, perché sostenibilità significa anche pari opportunità, non solo tra i lavoratori del settore ma anche tra chi ambisce ad un ruolo creativo! Grazie Huda e complimenti per le vostre bellissime creazioni che portano in se le atmosfere del mondo intero.

Quindi alla prossima intervista del mese con Sarah Hermez di ‘Creative Space Beirut’!


Bokja Design – Courtesy of Bokja Design

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