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Càpe, nel nome la passione per il bello e l’etico

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Càpe, nel nome la passione per il bello e l’etico

La prima cosa che ho chiesto a Nicoletta Baldo, fondatrice del marchio di abbigliamento Càpe, è come si pronuncia. Siamo così abituati a esprimerci e leggere termini anglofoni che, lo ammetto, lo pronunciavo all’inglese e mi sembrava anche logico, dato che il significato italiano, tra gli altri, è ‘cappa, mantello’. E Càpe è soprattutto un brand di capospalla e in particolare di trench.

Invece Nicoletta mi ha spiegato che Càpe è una parola dialettale veronese che usava sua nonna, la stessa nonna che le ha insegnato a cucire, ricamare e lavorare a maglia quando era bambina e così, nel nome del brand, la dedica alla nonna che esclamava ‘càpe!’, cioè ‘caspita!’, per sottolineare ciò che di bello e importante c’è nella vita.

E quale cosa più bella e importante, se non un progetto che unisce passione e lavoro, per giunta con la benedizione della nonna!

L’avventura di Càpe Concept inizia nel 2019; il primo pezzo è un impermeabile versatile, realizzato al 100% in Econyl, sovrapponibile a qualsiasi tipo di indumento, facilmente ripiegabile e riponibile in una bustina, contenente anche foulard e cintura. Pensato per chi viaggia ma anche per chi vive la città in maniera dinamica e veloce, il suo stile è ispirato ai tagli vintage del classico trenchcoat, rivisitato con tessuti e tecniche contemporanee e attente all’ambiente.

Gli ultimi arrivi di casa Càpe – p/e 2023

Da quel primo capo, la ricerca e la produzione si è allargata a capi imbottiti, sempre impermeabili: felpe, cappelli, pantaloni, il tutto all’insegna della praticità e della versatilità sostenibili. In primis l’attenzione ai materiali: l’ovatta interna in poliestere riciclato PET, il materiale esterno in Econyl e cotone organico GOTS, la zip sempre in nylon rigenerato Econyl.

I trench di Càpe portati sulle spalle a mo’ di zaino

Una caratteristica di tutti i capospalla è che hanno le bretelle all’interno, così che si possano portare a zaino quando si tolgono.

Da due stagioni, mi dice Nicoletta, abbiamo iniziato la vendita ai negozi, inizialmente attraverso le fiere di settore, poi con showroom sul territorio. E c’è anche il nostro e-commerce”. 

Etica anche la scelta della realizzazione dei prodotti, che avviene presso la cooperativa sociale SOS Donna, vicina alla sede del brand.

Tutti gli scarti di produzione vengono trasformati in borse/shopper, che servono da confezione ai singoli capi, mentre i cartellini sono in carta riciclata e legati con filo di cotone. Packaging plastic free, insomma!

A me verrebbe da dire ‘caspita!’

E allora dico ‘Càpe!’

Tutte le immagini sono courtesy Càpe Concept

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