Settembre, per molti mese di nuovi inizi, in un certo senso anche per noi che ultimamente abbiamo rallentato un po’.

E ricominciamo davvero parlandovi di seta, un termine che al solo pronunciarlo evoca, oltre a esotismi vari, qualità sopraffine come lucentezza e leggerezza, una fibra preziosa che esiste e resiste da millenni, da sempre esclusiva e che anche l’Italia ha prodotto, con una tradizione che si è tramandata per secoli (un solo dato: nel 1924 si contavano 57.000 tonnellate di produzione italiana di bozzoli) fino quasi a scomparire, purtroppo, dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Nella seconda metà dell’800, in una zona della Brianza compresa tra le attuali province di Como, Lecco, Bergamo e Monza-Brianza, ricca di coltivazioni di gelso e di allevamenti di bachi da seta, il viticoltore e commerciante di vino Silvio Mandelli decide di affiancare, alla propria attività, l’allevamento di bozzoli. Visti i buoni risultati e i contatti con alcune filande della zona, Mandelli inizia anche a ritirare, dalle stesse filande, quell’insieme di sottoprodotti da produzione che prendono il nome di cascami di seta, per poi rivenderli sul mercato milanese di via Moscova.

L’attività, non senza fatiche, si è mantenuta fino a oggi, grazie a un passaggio generazionale e di conoscenze sempre più approfondite; l’azienda ha preso il nome di Cosetex, ha sede a Medolago nel bergamasco e della specializzazione sulla fibra di seta e sul comparto dei cascami di seta naturale ha fatto la sua mission.

Silvio Mandelli, CEO Cosetex

Parlo con Silvio Mandelli, CEO e nipote del fondatore, con il fratello alla terza generazione di un modo/mondo diverso di pensare la seta, spingendosi verso processi, lavorazioni e ideazioni di ‘riciclo’ o di ‘rivalorizzazione’ (#ReValue, come dalla foto di copertina), come preferisce denominarla Mandelli.

La fibra di seta su cui scommette da sempre Cosetex è quella discontinua, ricavata appunto dai cascami di seta di filanda o di lavorazioni successive, ossia da tutte quelle fibre di seta vergine e/o sottoprodotti che non si prestano, per ragioni di tecnologia produttiva, a essere lavorate come la seta continua, che invece deriva direttamente dal bozzolo e che dà origine al filo continuo, avvolta in coni e matasse di filamenti paralleli.

“La seta nella visione Cosetex è una fibra da custodire e preservare, spiega Silvio, che, re-immessa all’interno della filiera tessile, risulta riutilizzabile al 100% in una svariata gamma di campi, anche alternativi al tessile, come l’accessoristica, il packaging, l’edilizia, le carte speciali, i pannelli fonoassorbenti, le strutture per l’arredamento. La componente proteica naturale della seta apre inoltre a interessanti scenari nel campo della cosmetica, del medicale e del bio medicale, delle nanotecnologie, del food, dei trattamenti per la sostituzione dei pfc (perfluorocarburi), nell’idrorepellenza, nell’innovazione high tech”.

L’uso innovativo della seta Cosetex

Potenzialità infinite di una fibra che per Silvio Mandelli “è e sarà sempre di più ‘materiale’, perché non più limitata al solo ruolo di fibra, anche se come tale non finirà di manifestare le proprie eccellenze e bellezza. La seta è secondo noi di Cosetex, in modo inequivocabile, il materiale del futuro e in quanto tale, il suo modello necessita di essere divulgato e spiegato. Esso è nella storia, è parte della nostra cultura, sta a noi darne voce e valorizzarla”.

Quindi l’azienda non ha solo interesse a far conoscere la propria attività e i prodotti ma anche ad aiutare il consumatore o il professionista del settore a capire cosa sia realmente la seta, cosa sia realmente sostenibile, realmente naturale, realmente riciclabile, realmente legato alla salute del corpo.

“La produzione della seta discontinua, continua Silvio, deriva da sottoprodotti di lavorazioni e, appunto, non è strettamente legata al filo continuo, all’integrità del bozzolo e quindi del lepidottero ucciso (il Bombyx Mory). Si sono pertanto sviluppate una serie di produzioni che utilizzano i bozzoli cosiddetti sfarfallati (dove la farfalla esce creando un buco nella parte alta del bozzolo), produzioni che partono da bozzoli utilizzati per la riproduzione (tagliati prima di giungere a maturazione per estrarre la larva falena viva), produzioni che utilizzano alcune tipologie di bozzoli selvatici, che per loro caratteristica non completano, volutamente, il bozzolo e non sono utilizzabili per il filo continuo”.

Bozzoli utilizzati da Cosetex

Parlavamo prima di una svariata gamma di applicazioni della seta studiate e ideate da Cosetex, tra cui spicca il progetto, brevettato, Thermoseta/T.Silk, che ha permesso di sviluppare un’innovativa imbottitura in 100% seta per abbigliamento, letto, accessoristica, dotata di eccezionali poteri di mantenimento di calore associati ad elevata traspirazione.

Silvio ci tiene a menzionarmi, nello specifico, T.Silk collection, “una serie di prodotti finiti per il sistema letto altamente innovativi proposti al mercato B2B e B2C tramite uno specifico e innovativo canale web di e-commerce. Setino è il nostro ‘piumone in seta che non ti aspetti’, Setino Topper il coprimaterasso imbottito, Leonardo il guanciale imbottito, Nuvola il set di lenzuola, la federa, la mascherina da notte e la fascia protettiva per i capelli”, tutto, naturalmente, 100% seta.

Guanciali e federe dalla TSilk Collection

È vero, quello della seta è un mondo complesso, e l’incontro con Silvio Mandelli e la sua storica azienda proiettata nel futuro, ce lo hanno dimostrato, come ci hanno dimostrato che il binomio seta/recupero o anche seta/rigenerazione, non solo sono possibili ma anche auspicabili.

La reale sostenibilità è un elemento che contraddistingue ogni fase di questo ‘sistema’, con un pieno utilizzo delle risorse e l’annullamento di ogni tipologia di scarto, a partire ad esempio dalla coltivazione del gelso, le cui foglie nutrono il baco ma che, nei tempi morti produttivi, può essere anche un albero da frutta (more) e le cui fertilizzazione e protezione sono altamente compatibili con un sistema biologico e rigenerativo. Un sistema che, grazie alla sua componente agricola, permette di fissare nel terreno e togliere dall’atmosfera rilevanti quantità di CO2 e gas serra 

La strada delle fibre sintetiche o delle fibre artificiali ‘travestite’ da naturali non è più possibile e giustificabile; percorrere una nuova ‘via della seta’ è la direzione giusta.

Tutte le immagini sono courtesy ©Cosetex

 

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