Anche Jean Paul Gaultier dice ‘adieu’ alla pelliccia

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Che Jean Paul Gaultier abbia deciso di rinunciare a pelle e pelliccia naturale si sa già da qualche giorno, esattamente dal 10 novembre scorso, quando, durante la trasmissione ‘Bonsoir’ sull’emittente televisiva francese Canal+, il designer ha annunciato di non voler più utilizzare pelle e pelliccia animale nelle sue prossime collezioni perché il modo in cui gli animali vengono uccisi a questo scopo “è deplorevole”.

Jean Paul Gaultier – credits Captain Catan from Frankfurt am Main

Siccome qui a eco-à-porter non facciamo gare a chi pubblica prima una notizia perché non è questo il nostro scopo, ne scriviamo oggi, tranquillamente e felicemente, andando ad aggiungere Jean Paul Gaultier alla lista di nomi famosi che in questo ultimo anno hanno detto addio alle pellicce naturali.

Armani, Versace, Michael Kors, Gucci, Burberry, sono tanti i marchi del lusso che si sono avvicinati a una moda cruelty-free dopo anni di pressioni da parte delle associazioni animaliste, prima fra tutte PETA, i cui attivisti hanno fatto diverse volte incursione durante gli show di questi designer e anche di Gaultier stesso.

Diciamo che lo stilista francese non ha emesso un comunicato stampa ufficiale a tal proposito ma una dichiarazione del genere, fatta durante un programma televisivo, davanti a milioni di persone, ha lo stesso valore se non maggiore. PETA ha poi preso per definitivo questo passo e anche noi, mais oui, lo prendiamo per assodato (ma vigileremo comunque sulle prossime collezioni di Gaultier😉).

Certo, accorgersi ora delle atroci sofferenze di migliaia di animali torturati e uccisi per pura moda e vanità suona più come un’operazione di marketing che cavalca un po’ le tendenze sempre più eco del momento ma meglio tardi che mai.

A noi importa che di questo passo saranno sempre di più gli allevamenti di animali da pelliccia a chiudere; uno degli ultimi Paesi a decretarne la fine è stato a luglio scorso il Belgio su iniziativa del Ministro fiammingo per il benessere degli animali Ben Weyts.

Gli ultimi 17 allevamenti ancora attivi nelle Fiandre e che causano la morte di almeno 200.000 visoni l’anno, dovranno così chiudere i battenti entro il 2023. Il mese scorso anche il Lussemburgo li ha banditi e la Norvegia, una volta il più grande produttore mondiale di pellicce di volpe, ha votato all’inizio dell’anno per mettere fuori legge l’allevamento di animali da pelliccia dal 2024 (ancora, meglio tardi che mai).

Manca l’Italia, i soliti ritardatari nelle cose in cui bisognerebbe eccellere; nonostante sia stata già depositata una proposta di legge da più schieramenti politici, continuano a rimanere attivi circa una ventina di allevamenti di visoni che causano la morte di almeno 200.000 animali l’anno (circa 550 ogni singolo giorno). Forse ci vorrebbe maggiore pressing.

Comunque l’andamento generale dimostra che alla pelliccia animale non è rimasto molto tempo, quindi chi ancora non se ne è reso conto o finge di non averlo capito, apra gli occhi e cominci a pensare a un nuovo modo per scaldare i propri clienti. Di possibilità ce ne sono tante.

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