Abitario - hands

Ebbene sì, eco-à-porter ha delle simpatie. Un designer o un marchio per piacerci non devono solo fare delle belle cose etiche ma avere anche quel non-so-che che lo caratterizza, una sorta di peculiarità che lo accompagna collezione dopo collezione, creazione dopo creazione, rendendolo riconoscibile e dandogli credibilità. Ci piace una certa coerenza, quel tratto distintivo che ritorna e ce lo fa apprezzare come la prima volta che ne abbiamo parlato. Poi, forse, chissà, è anche questione di affetto, di una simpatia particolare per chi ci ha accompagnato dai primi mesi di questa avventura, apprezzando il nostro lavoro e sostenendoci a sua volta.

E’ il caso di Denise Bonapace, la poliedrica creativa di cui abbiamo parlato la prima volta un anno fa e che periodicamente torniamo a nominare, l’ultima per ‘Vestimenta – Abiti Abitati’ documentario che ha tra l’altro vinto il Sarajevo Fashion Film Festival lo scorso dicembre. Di Denise ci piace quel suo sfuggire alle etichette per creare percorsi inediti e originali che vanno ben oltre la moda stessa, abbracciando più discipline, come la sociologia, la filosofia, insomma, tutte quelle materie legate in un modo o nell’altro alla cultura del vestire.

RicamaRiparaApplica’ – Allegra1 – costa1x1, finezza 12

Oggi torniamo a parlare di Denise Bonapace per il suo nuovo progetto dal nome significativo di ‘Abitario‘, perché uno dei concetti alla base del lavoro della designer è l’abito come casa che si pone al servizio del corpo, valorizzandolo e valorizzando la personalità di chi lo indossa. Un abito quindi che può e deve essere anche imperfetto ma contemporaneamente perfetto perché si adatta alla persona, al suo carattere, alle sue esigenze. Oltre ogni dettame della moda, oltre ogni tendenza.

‘Abitario’ nasce come collettivo che progetta e realizza capi artigianali di maglieria attraverso un percorso di ricerca che applica le tecniche tradizionali del lavoro a maglia in modo sperimentale. A farne parte, oltre alla stessa Bonapace, ideatrice del progetto, un gruppo eterogeneo per formazione, provenienza ed esperienza, composto da diverse personalità artistiche e artigianali. Nel sito di Abitario potete conoscere le identità di ogni ‘maker’, così si chiamano le creatrici dei capi, ognuna con una propria storia che si riflette nella maglia che realizza. “Il movimento dei maker” come spiega Denise “ha una matrice sociale e artigiana, con un approccio pratico sintetizzabile con il motto ‘capire facendo’, uno spirito pragmatico mosso da una visione creativa che ‘Abitario’ fa proprio in ogni suo progetto.

E i capi prodotti? Propongono un nuovo rapporto tra corpo e abito, tra invenzione e realizzazione, vestendo individualità e personalità, lasciandosi alle spalle, come dicevamo prima, trend di stagione e modelli di riferimento. E chi indossa un capo ‘Abitario’ non lo fa di certo passivamente ma instaurandoci un rapporto esclusivo di valorizzazione reciproca, ecco perché la taglia è sostituita da volumi adattabili e l’etichetta da un vero e proprio passaporto con informazioni su provenienza, progetto, lavorazione e persino uno spazio apposito per note future!

‘RicamaRiparaApplica’ – Chiara1 – Maglia rasata finezza 12

‘Abitario’ si pone così anche come modello di moda etica e sostenibile, non solo per la totale trasparenza di tutta la filiera produttiva (cosa volere di più di una carta d’identità del proprio abito?!) ma anche perché l’idea di partenza si basa sull’utilizzo di materiali recuperati nei grandi centri di raccolta dell’usato nel distretto di Prato. ‘No waste’ quindi ma solo tanta creatività e trasformazione del vecchio in qualcosa di nuovo, come vuole la pratica sempre più in voga dell’upcycling.

La prima collezione by ‘Abitario’, presentata di recente presso la MyOwnGallery di Superstudio Più a Milano, si chiama ‘RicamaRiparaApplica’ e, come dice la parola stessa, mette al centro il recupero e insieme la valorizzazione delle irregolarità e delle imperfezioni attraverso l’arte del ricamo, quindi tre momenti diversi in costante dialogo tra loro: “il ricamo, la cui radice deriva dal lemma arabo raqm, che significa segno, strumento potente e arte visiva a tutti gli effetti, il rammendo, dove si enfatizza il difetto anziché nasconderlo e infine l’applicazione, fantasiosa, estrosa e originale”.

‘RicamaRiparaApplica’ – Sofia3 – Maglia a trecce fatto a mano, finezza 5

Nel progetto si è inserita anche la collaborazione con Benedetta Barzini, figura già presente nei lavori passati di Denise Bonapace, che ha realizzato ‘Dialogo con 2 maglioni’ ovvero il tentativo di ‘riportare in vita’ 2 maglioni usati appunto, di cui non si sa nulla, “dandogli una nuova identità, un nuovo padrone e, in definitiva, una nuova ragion d’essere”.

Denise Bonapace, con la stessa Barzini e Paola Baronio, collega e autrice del bel blog ‘La mia camera con vista‘, hanno presentato ‘Abitario’ il 22 febbraio scorso a Connecting Cultures a Milano, dialogando sul valore del progetto nella moda e di come il designer non si occupi solo di abiti ma di Persone che abitano quegli abiti.

E concludo proprio con le parole di Paola Baronio che di ‘Abitario’ scrive: “maglie come oggetti da indossare, dove il corpo trova un’accoglienza e la persona che le sceglie una rappresentazione di sè. Maglie che raccontano storie: di chi le ha create e di chi vorrà indossarle. Storie uniche e irripetibili che trovano un’identità definita nell’espressione di un lavoro collettivo, un percorso di ricerca creativa con l’obiettivo di rappresentare la maglieria nella dimensione inedita di opera d’arte”. 

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