Io ed eco-à-porter siamo reduci dal week-end a Soci, dove si è tenuto ‘Il respiro della terra‘, di cui abbiamo parlato in uno degli ultimi post.

L’evento si proponeva la diffusione e condivisione di stili di vita sostenibili con una tre giorni di conferenze, laboratori e spettacoli per adulti e bambini basati sul rispetto della tradizione, la cura della terra e dei suoi prodotti, la ricerca spirituale a fianco di quella scientifica tradizionale, l’amore per la natura e per il vivere dell’uomo e in tutto questo eco-à-porter si è ben inserito, portando la propria esperienza di ricerca e scoperta di realtà di moda etica.

Un momento dell’esposizione di eco-à-porter

E’ stato emozionate confrontarsi per la prima volta con un pubblico reale, in carne e ossa, guardare volti che hanno ascoltato la nostra esperienza di ricerca e scoperta di questo mondo pieno di persone e attività, piccole e grandi, che cercano di diffondere pratiche virtuose, andando oltre la mera estetica e il profitto.

Abbiamo parlato di una moda che privilegia tradizioni, artigianato, autoproduzione, naturalità dei processi, riciclo, riuso, rigenerazione, upcycling ma senza demonizzare la moda mainstream che, soprattutto ultimamente, sta cercando di seguire percorsi più responsabili. Abbiamo parlato di quanto sia bello scoprire, dietro i marchi, delle storie e poi delle persone, come Javier Goyeneche di Ecoalf, come Tiziano Guardini con la sua favola africana del colibrì e del leone.

Molto contenta di aver presentato il lavoro di Irene Elena Roliti, la fondatrice di Random Upcycling Ethic Couture scoperta l’anno scorso a ‘Fa la cosa giusta’, che ha realizzato un abito su misura addosso a una volontaria del pubblico utilizzando tre camicie di seconda mano, il tutto in dieci minuti scarsi e senza alcuna preparazione, cioè ha creato l’outfit sul posto, seguendo l’ispirazione del momento. Brava Irene!

Insieme a me e a Irene anche Victoria De Blassie, americana di Albuquerque, New Mexico, artista che lavora con scarti di materiali ricontestualizzandoli e prendendo come punto di partenza la loro storia, forma e funzione; a ‘Il respiro della terra’ ha portato le sue sculture fatte di bucce di arancia, con cui realizza anche accessori e gioielli. Complimenti anche a Victoria!

Victoria De Blassie con le sue sculture fatte di bucce di arancia

Mi è piaciuto terminare l’intervento citando il colibrì di Tiziano Guardini, che per spegnere un incendio scoppiato nella foresta va avanti e indietro dal fiume portando un goccio d’acqua che lancia con il suo beccuccio sul fuoco e che, alle prese in giro del leone su cosa pensasse di fare, lui così piccolo, risponde: “la mia parte”.

Perché anch’io, con il mio eco-à-porter, mi sento un colibrì e penso che tutti noi dovremmo esserlo.

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