Apriamo luglio con IED Avant Défilé 2023, l’evento della Scuola di Moda IED Milano aperto per la prima volta alla città, che di moda se ne intende assai.

Tenutosi a fine giugno presso l’Arco della Pace, al Dazio, imponente edificio della storia di Milano, IED Avant Défilé ha visto presentare le 13 creazioni di 17 diplomandi in Fashion Design, Shoes and Accessories Design di IED MIlano.

Parlo di questo evento sia perché trovo fondamentale sostenere i giovani creativi che si affacciano sul mondo della moda, oggi più che mai in piena e complessa trasformazione, sia perché tante proposte hanno fatto dell’attenzione alle risorse e alla sostenibilità dei processi la propria cifra distintiva.

Ad esempio ‘Cydia’, di Vittoria Cinelli e Samuele Gramegna, collezione sportiva dedicata al ciclismo, che combina le esigenze della produzione all’utilizzo di tecnicismi propri della disciplina; l’innovazione riguarda sia i materiali sia la loro manipolazione, mentre la versatilità permette di utilizzare i prodotti in diverse situazioni e condizioni.

‘Cydia’ di Samuele Gramegna e Vittoria Cinelli

O ancora ‘TUTTI HANNO PAURA’, di Alessio Dolfi & Carlotta Mora, in collaborazione con il brand Paura: sovvertendo le regole sartoriali e di composizione classiche, i designer danno vita a una collezione zero waste, che punta sul riuso con capi e accessori dai volumi innovativi e sperimentali, creati partendo dalle forme estrapolate dal tradizionale gioco cinese del Tangram.

‘Blind Spot’ di Emilia Nardi

Anche ’21:12′ di Greta Masserini punta sulla sostenibilità: la collezione 100% denim prende nome dai numeri fortunati della designer, impiegati qui per esprimere il concetto di Alter Ego. I capi sono tutti realizzati con 12 o 21 elementi a partire da manipolazioni su scarti di denim tinti con la curcuma, pigmento naturale, in collaborazione con Pure Denim, per una concreta attenzione alla sostenibilità.

Infine ‘Blind Spot’ di Emilia Nardi punta alla semplificazione e alla pulizia a livello modellistico, scommettendo sull’essenzialità: la riduzione e l’eliminazione di tagli, accessori, zip e bottoni, diventa la base per il futuro riuso dei capi in termini di upcycling. 

La collezione vincitrice, ‘Natural Rhapsody’, delle diplomande di origini cinesi Susy Zhang e Jieru Yang, è invece realizzata in bio-pelle creata da loro stesse, con un procedimento manuale che impiega semi e polpa di avocado, tinture naturali (tè nero, eucalipto, lonicera) e un allume in grado di creare un effetto cristallizzato: “Immaginiamo un futuro distopico, dicono le due designer, un mondo, tra 150 anni, in cui gli unici elementi riconducibili alla natura sono proprio i capi“.

Suzy Zhang e Jieru Zhang con Natural Rapsody

Nel corso della serata sono stati assegnati anche il Premio della Stampa a Cristian Bogliano con la sua collezione sportswear ‘Surrounded by Nobody’, che dà vita al deadstock di capi sportivi, proponendo outfit dedicati al ‘backstage’ degli sportivi, quelli secondari non usati per le gare, come soprabiti, impermeabili, divise per l’allenamento e il tempo libero.

Il Premio del Pubblico è andato a Francesco Saverio Matera e Alessio Baldasseroni con la collezione ‘Materia’, che si adatta alle esigenze corporali di tutti, anche di chi è portatore di disabilità, con outfit dall’estetica genderless e funzionale: “La nostra proposta di valore è per una moda esistenzialista, adattiva, un prodotto figlio di un ripensamento della dimensione umana nelle sue connessioni con la spazialità e la corporalità“.

Bravi ragazze e ragazzi.

Articolo precedenteFREITAG, presto il primo zaino circolare
Articolo successivoLa moda mare che non cerca consensi ma fa stare bene

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci i tuoi commenti
Inserisci qui il tuo nome