Gli unici risvolti positivi delle grandi tragedie è che, dopo, purtroppo sempre dopo, viene spontaneo muoversi per far sì che non accadano più. Così è successo con il disastro di Rana Plaza, di cui abbiamo parlato spesso nel blog; dovevano morire migliaia di operai tessili sotto le macerie di un edificio commerciale in Bangladesh, per scuotere le coscienze dell’industria della moda sulle responsabilità di una produzione scellerata e a basso costo, legata soprattutto alla fast fashion e allo sfrenato consumismo di massa.

Da allora sono passati più di sei anni e grazie al movimento della Fashion Revolution tanti passi sono stati fatti, soprattutto per denunciare le pessime condizioni della manodopera nei Paesi del Terzo Mondo e l’alto tasso di inquinamento provocato dalla produzione e dai materiali, sintetici e/o di bassa qualità utilizzati. Film, documentari, tavole rotonde, manifestazioni, eventi, insomma c’è un bel movimento intorno a una problematica direttamente responsabile degli attuali disastri ambientali e dei cambiamenti climatici.

Contemporaneamente alla denuncia, c’è il risvolto positivo, che è quello che eco-à-porter ama raccontare: il popolo della moda etica, che cresce sempre di più e lavora per far emergere un’idea di fashion responsabile, cui sono legate parole come ‘qualità’, ‘handmade’, ‘riuso’, ‘upcycicling’, ‘autoproduzione’ e così via.

Ci rientrano in pieno Lorenzo Malavolta e Lucia Mauri, registi di LUMA video , piccolo studio di produzione che realizza documentari su persone, aziende e artigiani, mostrandone il lavoro e valorizzando la cura, i valori e la forte etica che li caratterizza. Il prossimo documentario di Lorenzo e Lucia, dal titolo ‘Intrecci etici’, vuole raccontare e far emergere quei modelli positivi che in Italia hanno scelto una via di produzione e di consumo sostenibile, coinvolgendo produttori tessili, tintori naturali, designer fino ad arrivare ai consumatori, con le loro scelte e azioni mirate a diffondere la cultura dello slow fashion.

Lorenzo e Lucia di LUMA video

‘Intrecci etici’ ha il sostegno di Fashion Revolution Italia nella persona della coordinatrice Marina Spadafora (ospite tra l’altro di una nostra ‘Intervista del mese), che ha creduto nel progetto ma per far sì che il documentario venga realizzato, Lorenzo e Lucia hanno avviato una campagna di crowdfunding per raccogliere i fondi necessari a sostenere i principali costi di produzione (organizzazione, riprese, montaggio e post-produzione).

Al raggiungimento di almeno il 50% del budget fissato, Infinity tv co-produrrà il documentario e ne permetterà la distribuzione sulla sua piattaforma, diffondendo così la cultura dello slow fashion in Italia e nel mondo.

Siccome è una tematica a me molto cara e anche noi di eco-à-porter abbiamo cominciato con un piccolo crowdfunding!, ho deciso di pubblicizzare il progetto, sperando che i miei lettori decidano di sostenerlo.

In fondo è come una sorta di eco-à-porter ma in video!

In bocca al lupo ragazzi e sempre w il lupo!

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