Non me ne vorrete se con con un clima ancora pienamente estivo parlo già di lana ma la sera comincia a tirare una certa aria e poi, questa cosa che sto per dirvi, prima la sapete meglio è, così cominciate a fare mente locale sul vostro guardaroba invernale. Ora vi spiego perché.

Il giovane marchio pratese Rifò, voi che bazzicate il blog, lo conoscete bene; ne ho parlato più volte perché la loro attività, basata sulla rigenerazione dei vecchi maglioni di cachemire e la loro trasformazione in nuovi filati e poi in nuove maglie, è un modello produttivo virtuoso che dovrebbe essere adottato al di fuori del distretto di Prato per estendersi a livello nazionale.

Oltre a riciclare il cachemire, Rifò recupera anche il denim con cui realizza maglioncini di mezza stagione, top e cappelli dall’appeal retro, quindi non solo produzione virtuosa ma anche un occhio all’estetica e al design, non è un caso infatti che ogni modello abbia anche un suo nome proprio che ne identifica le caratteristiche rendendolo subito famigliare e riconoscibile.

E dopo cachemire e jeans, il servizio di raccolta vecchi indumenti di Rifò si amplia alla lana, tessuto più democratico del cachemire, ciò significa una maggiore possibilità di raccogliere e riciclare indumenti usati e di partecipare attivamente a questa economia circolare collaborativa.

Difatti chi avesse a casa (per questo vi dicevo di cominciare a fare mente locale sul vostro guardaroba invernale) maglioni o altri indumenti in lana (o anche in cachemire naturalmente), magari infeltriti, scuciti, tarmati, sciupati, rotti o semplicemente che hanno fatto il loro tempo, può inviarli a Rifò seguendo questi passaggi:

Il capo o i capi da spedire devono avere l’etichetta integra, quindi essere 100% lana o cachemire, per il resto, una volta ricevuti dall’azienda (con spedizione a loro carico) vengono riciclati e in cambio si ottiene, per ogni capo inviato, un buono da 10€ spendibile nello shop di Rifò sui nuovi articoli rigenerati. Per i dettagli e maggiori info vi rimando al link del sito.

Per la rigenerazione delle fibre di lana Rifò collabora con Reverso, supply chain di realtà locali, i cosiddetti ‘cenciaioli’ di cui abbiamo già parlato, figure storiche del distretto pratese, che da anni si occupano di dare nuova vita alle fibre tessili. In questo modo si dà anche ai privati la possibilità di contribuire al progetto, oltre a garantire la massima trasparenza del processo di rigenerazione, che comprende anche la sanificazione dei capi.

Altra recentissima novità di casa Rifò, Nello, il calzino realizzato con scarti di cotone riciclato e poliestere proveniente da bottigliette di plastica riciclate; unisex, i calzini vestono circa 10 cm sopra la caviglia, hanno il logo Rifò ricamato in jacquard per evitare il peeling, sia sull’interno che sull’esterno e sono disponibili in più combinazioni di colore con dettagli a contrasto sulla costina, sul tallone e sulla punta.

Last but not the least, vi segnalo il canale Youtube rinnovato di Rifò in cui si parla di storia industriale, tradizione tessile, moda sostenibile, mostrando il dietro le quinte dei processi produttivi e dando consigli su come riciclare e riutilizzare i vecchi vestiti e i rifiuti tessili.

Allora, avete già pensato a quale vestito mandare a rigenerare? 😉

Articolo precedenteSostenibilità a 360° con il corso di Out of Fashion
Articolo successivoAnche online, è sempre Redress Design Award

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci i tuoi commenti
Inserisci qui il tuo nome