Con musei e attività culturali ancora ferme, almeno ci salva il digitale. Così ieri mi sono fatta una visita in realtà aumentata nell’esclusiva location Suites & Atelier Lake Como, scelta dal marchio milanese di streetwear R3UNITE per l’evento-mostra ‘Upcycle with Purpose’, showroom virtuale dove sono stati esposti e in seguito verranno messi all’asta capi con difetti di produzione del brand, realizzati in collaborazione con artisti italiani.

R3UNITE è una startup innovativa che a ogni nuova collezione associa un progetto sociale o ambientale; sul capo viene riportato il simbolo collegato alla causa che il brand sostiene, quindi ‘land’, ‘people’ o ‘sea’, per esempio la riforestazione di una montagna desertificata in Etiopia in collaborazione con la fondazione svizzera Green Ethiopia, che porta avanti progetti di forestazione in Africa per combattere l’erosione e la desertificazione che ogni anno distruggono centinaia di ettari di terre coltivabili.

Nel caso di ‘Upcycle with Purpose’, R3UNITE sosterrà, con i ricavi della vendita all’asta, l’attività dell’associazione Diana ODV, che dà sostegno a donne e bambini in difficoltà sociali, economiche e personali.

Le t-shirt e le felpe del marchio, che normalmente verrebbero scartate per difetti di produzione, sono state date in mano a creativi, writer, pittori e calligrafi, che le hanno personalizzate trasformandole in pezzi unici con il valore dell’opera d’arte.

Zoow24, ex writer milanese diventato street artist, porta la sua arte su una t-shirt riempiendola come se fosse un murales, mentre l’art director e calligrafo Gabriele Bassetto, in arte Bass, realizza dei lettering dal tocco futurista che rendono la t-shirt una sorta di manifesto di R3UNITE, enfatizzando al contempo i valori legati al tema della moda sostenibile.

Ilaria Narducci, in arte Hila, che si definisce “essere umano con radici pugliesi”, lavora come art director presso l’agenzia BETC a Parigi; la sua interpretazione della t-shirt è descritta come “Ünseen, che ti lascia indossare la malinconia nascosta del singolo o della collettività, un manifesto silenzioso che genera rumore visivo”.

La t-shirt di Hila

Da sempre appassionato di graffiti e street art, l’illustratore e motion designer Andrea Vago, in arte Andreavy, agisce sperimentalmente su una felpa, tagliando e cucendo a mano varie forme di eco-pelle, movimentando così la superficie del capo. Il filo di cotone spesso usato per la cucitura vuole conferire un carattere rudimentale e primitivo all’intervento, richiamando contemporaneamente le gocce d’acqua.

La felpa di Andreavy

Infine Manuela Carnini, medico chirurgo diventata artista durante il primo lockdown, unisce lato ‘chirurgico’ con quello artistico ‘curando’ i difetti del capo, in questo caso una felpa, applicando delle rose in tessuto ottenuto dagli scarti di stoffa delle mascherine realizzate per un altro progetto, con il filo rigenerato Econyl.

…e quella di Manuela Carnini

La mostra ‘Upcycle with Purpose’ è visitabile fino al 22 aprile, dopodiché i capi saranno messi all’asta e i ricavi, come detto sopra, interamente devoluti all’associazione Diana ODV.

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