In questi anni abbiamo affrontato la ‘sostenibilità’ sotto tanti punti di vista, evidenziando anche aspetti legati al genere, la fisicità, l’età, la razza, cui spesso magari non si pensa perché troppo concentrati sui temi ambientali e sociali, giustamente direi.

Gianluca Zumbolo

Ma sostenibilità è anche inclusione, è fare una moda che possa vestire tutte le taglie, età, ecc e allora noi facciamo le congratulazioni a Gianluca Zumbolo, studente casertano all’Istituto Europeo di Design (IED) di Roma che, l’altro ieri, martedì 18 ottobre, presso l’Auditorium della Conciliazione, durante la quarta edizione di IED Roma Design Awards, Bodyparts”, ha vinto come progetto migliore dell’anno nella sezione moda con la capsule collection dedicata alla body positivity.

La premiazione si è svolta all’interno della sezione ‘Alice nella Città’, sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema romana dedicata alle nuove generazioni, un bel modo di coniugare arte e giovani talenti, in questo caso appunto quello di Gianluca Zumbolo, che con il suo lavoro è già stato protagonista della passerella di Altaroma 2022 e della Milano Moda Graduate 2022 all’interno della Fashion Week milanese.

La capsule collection ‘Bodyparts’ intende esaltare la bellezza in continuo mutamento e mette in discussione stereotipi e convenzioni tanto presenti e ridondanti nel mondo del fashion; attraverso imbottiture, upcycling e punti a vista a mo’ di ricamo, il designer modifica il corpo, alterandone la percezione, ma al tempo stesso lo mantiene in una dimensione naturale. 

Un look della capsule collection ‘Bodyparts’ dedicata alla body positivity

La collezione è inoltre attraversata da riferimenti visivi creati con oggetti di recupero quotidiani, come trapunte, biancheria e tessuti dismessi su e con cui è stato possibile lavorare con la tecnica dell’upcycling.

Il premio a Gianluca Zumbolo e a ‘Bodyparts’ è stato assegnato “per la sensibilità e l’abilità con cui è stato affrontato un tema delicato come la fisicità corporea”.

Sia la foto di copertina che quelle nel testo sono courtesy Luca La Trofa

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