Nel passaggio al nuovo anno ci siamo fatti degli auguri bellissimi grazie alle mie ospiti, sottintendendo, in modo nemmeno troppo velato, che il 2021 non poteva che essere migliore. Ecco, basta così, aggiungere altro sarebbe superfluo, anche perché siamo ancora in una situazione molto incerta e drammatica, quindi vorrei semplicemente incrociare le dita e passare ai contenuti del nuovo anno, che è meglio.
Portiamoci piuttosto qualcosa di bello dal 2020, qualcosa di cui parlare che è vivo, presente, attuale, come la open call di Mending for Good, agenzia di consulenza che offre soluzioni etiche e creative per la sovrapproduzione e gli scarti dei brand del lusso.
Fondata dalla designer Barbara Guarducci, che nel suo lavoro ha sempre tenuto presente come obiettivo la giustizia sociale, l’agenzia si focalizza su ciò che normalmente, nel mondo della moda, viene trattato come scarto, ridandogli valore attraverso il lavoro di enti, associazioni, cooperative sociali in Italia e in Inghilterra, che recuperano lo scarto o l’invenduto, la rimanenza insomma e lo reinseriscono in un percorso di recupero che diventa anche recupero di persone dal trascorso fragile, con corsi di formazione che mirano alla valorizzazione del sapere artigianale.
La lavorazione, la trasformazione degli scarti sono pensate ad hoc in un contesto di circolarità e di valori sociali condivisi, quindi non solo si rimette in circolo qualcosa che finirebbe buttato o incenerito ma si offrono seconde chance dal punto di vista umano e professionale, anche perché, non dimentichiamolo, il know how artigianale è qualcosa di prezioso che va comunicato e insegnato come una sorta di storytelling.
Per ampliare la propria rete di collaboratori, Mending for Good ha lanciato una open call rivolta a cooperative e realtà artigianali italiane che operano nel tessile, abbiano competenze specialistiche di alto livello e vogliano applicarsi in progetti di produzione circolare di valorizzazione e trasformazione di scarti e/o rimanenze attraverso processi manuali elaborati e originali.
In particolare, giovani artigiani entusiasti della riscoperta delle proprie capacità manuali, maestri del ‘Saper Fare’, custodi di tecniche che rischiano di scomparire, cooperative sociali appassionate della propria missione combinata alla creazione di prodotti di artigianato di alta qualità.
Lo scopo di Mending for Good è quello di creare una rete che non sia basata unicamente sulle capacità artigianali, ma anche sulla condivisione valoriale il cui fine ultimo è la creazione di una moda onesta, attenta agli sprechi, alle persone e al Pianeta, collaborando con affermati brand e giovani designer internazionali.
Qui il link alla open call, in fondo alla pagina alla voce ‘partecipa’.
PS: avete visto la particolarità del logo di Mending for Good in copertina? E’ stato realizzato su ispirazione degli ‘imparaticci’, i book antichi dedicati ai motivi decorativi e ai rammendi che le donne utilizzavano per i lavori di ricamo. Le figure a contrasto cromatico sulla scritta in nero sono state trasformate in elementi grafici dal team dell’agenzia. Bell’idea!