Non nascondo l’emozione di tornare a scrivere su questo blog dopo quattro mesi abbondanti di pausa; non c’è stato bisogno di pensare tanto all’argomento, dato che giusto la settimana scorsa ho avuto una bella live nell’account Instagram di eco-à-porter con Silvia Gambi, collega esperta di moda sostenibile, già ospite di una delle nostre ultime interviste del mese.

Silvia Gambi e Tommaso Gambi sul set di ‘Stracci’

Silvia, pratese doc, è co-autrice, insieme al marito regista Tommaso Santi, del documentario ‘Stracci’, uscito in anteprima a Prato per proprio lo scorso sabato, 20 novembre, di cui abbiamo parlato abbondantemente durante la diretta ma per chi se la fosse persa (comunque disponibile nell’IGTV di @eco_a_porter) e per diffondere ulteriormente il messaggio di ‘Stracci’, vi faccio un sunto, insieme a una parte del trailer che trovate a fine articolo.

‘Stracci’ è un viaggio che parte da lontano, oltre un secolo fa, da Prato e che vede protagonisti i ‘cenciaioli’ (ricordate l‘intervista con Niccolò Cipriani di Rifò? proprio da lui ho sentito parlare per la prima volta di loro!) gli straccivendoli, che recuperavano e selezionavano gli ‘stracci’, i ‘cenci’, che poi le aziende utilizzavano per rigenerare e creare nuovo tessuto. 

Il mestiere dei cenciaioli e l’arte della rigenerazione degli stracci hanno fatto di Prato un modello virtuoso, non solo da un punto di vista imprenditoriale ma anche e soprattutto da quello della sostenibilità e dell’economia circolare, in tempi in cui questi due termini ancora non si conoscevano ne si praticavano, almeno consapevolmente.

Cenciaiolo al lavoro

Il viaggio di ‘Stracci’, quindi, è un viaggio nella storia di un territorio, che dal passato tocca poi il presente con le testimonianze degli imprenditori di oggi, che si uniscono in un racconto corale sull’abilità di aver saputo creare ricchezza dagli abiti usati, considerati da altri meri rifiuti, illustrandone anche le varie fasi di produzione.

Ma il documentario offre anche una riflessione su ciò che diventano gli abiti di seconda mano quando, non valorizzati, si trasformano in rifiuti e come impattano sull’ambiente come su certi territori ed economie; tramite la testimonianza di Liz Ricketts, co-founder di The OR Foundation, organizzazione statunitense che si occupa di promuovere progetti di economia circolare in Ghana, si fa tappa ad Accra, proprio in Ghana, dove c’è la più grande discarica africana, in cui finiscono gigantesche quantità di rifiuti tessili provenienti dall’Occidente, come anche in altre parti d’Africa. Un problema ambientale serissimo, che può però aprire nuovi e positivi scenari: il riuso e il riciclo come opportunità anche per i Paesi emergenti.

Stracci

Il viaggio finisce tornando in Toscana, per raccontare quali siano le prospettive e quali livelli di qualità abbia raggiunto l’industria del riciclo della lana; un passo verso il futuro, che può essere sostenibile solo con l’impegno di tutti: produttori, consumatori, governi.

‘Stracci’ mostra una delle tante vie possibili verso una moda sostenibile, oltre a essere una dichiarazione d’amore che Silvia Gambi fa a un territorio in cui è nata, cresciuta e di cui ha seguito l’evoluzione, sia umana che tecnologica.

Una parte del trailer di ‘Stracci’ courtesy @solomodasostenibile
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