Parlare di pellicce non mi fa impazzire, anzi; qui nel blog lo abbiamo fatto soprattutto per annunciare l’addio al loro utilizzo da parte dei brand del lusso ma le ho sempre considerate, per ovvi motivi, capi atroci, intrisi di sofferenza, oltretutto insostenibili anche dal punto di vista dello smaltimento.

Però oggi vi parlo di questo progetto, perché scommetto che in tanti vostri armadi ci sarà almeno una pelliccia, magari appartenuta alla nonna o alla mamma oppure, chissà, anche a voi, prima del pentimento e/o del cambio di trend, dato che questo capo sta diventando per fortuna sempre più out e sostituito da materiali di origine non animale (ma ugualmente impattanti, se ci riferiamo alle fax-fur sintetiche, ma questa è un’altra storia).

Il progetto in questione si chiama ‘Fur of Love’ e nasce con l’idea di recuperare capi pre-loved di pelo e pelliccia per evitare che finiscano in discarica o nell’inceneritore.

La rivista ecologista Green Planner, a capo dell’iniziativa, ha coinvolto gli studenti del Master in Product Sustainability Management del Milano Fashion Institute, che hanno collaborato presentando 21 lavori accomunati da tre principi: certificare età e provenienza del capo con un’etichetta, dare nuova vita alle pellicce con l’intervento di designer e artigiani e avviare una collaborazione con negozi second-hand per vendere o affittare i capi.

L’etichetta ‘Ful of Love’ (Fol) in questione, realizzata con il supporto tecnico di Epson, servirà, non solo a certificare la pelliccia recuperata, attestando che è vintage ma anche che su di essa sono stati fatti magari degli interventi per attualizzarla.

A questo proposito, martedì 22 novembre prossimo, a partire dalle 10, si terrà in diretta streaming sul canale YouTube di Green Planner, un webinar di approfondimento legato al fine vita delle vecchie pellicce, evento iscritto alla Settimana europea per la riduzione dei rifiuti (Serr), patrocinata dal Parlamento Europeo.

“Sappiamo che il tema è molto delicato, spiega M.Cristina Ceresa, direttore di Green Planner, e noi stessi abbiamo a cuore gli animali. E soprattutto siamo contro gli allevamenti da pelliccia e concordi nella chiusura assoluta in Italia come all’estero. Ma stiamo anche lavorando per salvare qualsiasi indumento dalla discarica e sviluppare un artigianato consapevole e capace di dare nuova vita alle vecchie pellicce”.

Quindi, sì, io personalmente non indosserei neanche una pelliccia vintage ma per chi ce l’ha, questa è una buona occasione per portarla a nuova vita, evitando l’ennesimo danno all’ambiente.

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