Mi sembra importante dare notizia, dopo aver parlato, qualche mese fa, con Silvia Gambi della ‘Strategia Europea sul Tessile Sostenibile‘, dell’adozione l’11 novembre scorso, da parte del Parlamento Europeo, della ‘Corporate Sustainability Reporting Directive’ (CSRD), direttiva che punta a rendere le imprese più responsabili riguardo alla comunicazione pubblica sui temi della sostenibilità, con l’obbligo di divulgazione regolare delle informazioni sul loro impatto sociale e ambientale.
L’obiettivo è quello di garantire una maggiore trasparenza in materia ambientale, sociale e di governance (i famosi criteri ESG ovvero Environment, Social and Governance che qualificano un’attività come sostenibile) come compliance normativa per le grandi imprese e come forma di contrasto al greenwashing.
Anche se non strettamente legata al comparto del tessile, lo include, se solo pensiamo alle imprese che fanno moda, sia nel nostro Paese che all’estero.
Con questo passaggio l’Unione Europea si conferma come punto di riferimento negli standard globali di rendicontazione sulla sostenibilità, arrivando gradualmente a coinvolgere qualcosa come “50.000 aziende con un significativo allargamento del raggio d’azione rispetto alle attuali 11.770 realtà. Nello specifico, la direttiva impone a tutte le grandi aziende UE la divulgazione dei dati sull’impatto delle loro attività nei diversi piani e livelli che compongono la dimensione della sostenibilità: l’impatto sulle persone, sull’ambiente e sul pianeta”.
I nuovi requisiti della CSRD si applicheranno a tutte le grandi società, quotate o non quotate, ma sono previsti impegni anche per le imprese extra UE che svolgono attività rilevanti in ambito UE nello specifico con fatturato in Unione Europea superiore a 150 milioni di euro. La normativa è pensata per coprire anche il mondo delle PMI sulla base di specifici criteri e con più tempo per adattarsi alle nuove regole.
Ora non ci resta che aspettare il 28 novembre prossimo, quando il Consiglio europeo dovrebbe adottare la proposta della CSRD, che poi approderebbe in Gazzetta ufficiale europea per entrare in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione.